Nietzsche sognava di imitare Wagner

Nietzsche sognava di imitare Wagner

I ritratti di Wagner e Nietzsche, di Willich Casar Richard e Edvard Munch (Wikimedia commons)

La frustrazione dal confronto con il compositore

Piccoli e preziosi i libri di Frédéric Pajak, scrittore francese contemporaneo, autore di una serie dal titolo “Manifesto incerto” in cui indaga particolari inediti di artisti del XIX e XX secolo. Leggendo ad esempio “Nietzsche al piano” ci si rende conto che non è sufficiente addentrarci nel pensiero di questo filosofo, critico della morale tradizionale dopo avere letto “Così parlò Zarathustra” o “La Gaia scienza.” Occorre ben altro.


Nietzsche insieme alla madre (cr. sturm Wikimedia commons)

Il filosofo del superuomo che afferma la sua volontà di potenza, superando i limiti e i valori della tradizione per crearne dei propri, nel libro di Pajak assume una connotazione più intima da quella prettamente filosofica del “Dio è morto.” Appare un uomo amante della musica che fin da piccolo insegue il sogno di diventare musicista, amico e ammiratore di Richard Wagner. Si renderà conto in seguito della sua mediocrità e diventerà forte oppositore di Wagner che sorrideva ironicamente nell’ascoltare la sua musica.

La passione

Un uomo percorso dall’amore per la musica ereditata dagli studi e dalla cattedra di lingua e letteratura greca che nel 1869 ottenne a Basilea. E nello stesso tempo un uomo tormentato dai risultati non ottenuti nonostante una sorta di follia musicale e continuamente frustrato dal confronto con Wagner.

“Nietzsche al piano” sfida le convenzioni tradizionali ed esplora atmosfere ed emozioni del personaggio tra narrativa, saggistica, poesia e arti visive. I disegni dello stesso autore rendono il libro quasi una graphic novel suggestiva.


Pajak alla Buchmesse di Francoforte nel 2017 (cr. Traumrune Wikimedia commons)

Frédéric Pajak è una scoperta che sorprende, nel pensare alla sua vita tribolata, povera al punto di dovere sopravvivere chiedendo l’elemosina.  La scrittura lo ha salvato, tradotto in diversi Paesi con prestigiosi riconoscimenti. Viene allora in mente il pensiero filosofico di Nietzsche, quando afferma che le certezze assolute sono morte e l’uomo deve creare nuovi valori fondati sull’accettazione della vita e del suo aspetto tragico. Il concetto di incertezza che Pajak attribuisce alle sue serie rappresenta un nuovo inizio dopo avere incontrato la povertà e la solitudine più disperate.

L’uomo solo

“Nell’estate 1877 - scrive Pajak - Nietzsche riprende una composizione cominciata nel febbraio 1875, intitolata ‘Inno alla solitudine’ con l’intento di presentarla in tutta la sua terribile bellezza. La solitudine lo sta asfissiando come un cappio intorno al collo, ma lui la vive al contempo come sofferenza e salvezza. La solitudine è la condizione imprescindibile del mestiere del filosofo. Nietzsche si impone di stare solo, in piedi sulla prua di un vascello immaginario. Eccolo navigare verso il futuro sui flutti increspati dalla tempesta che si fa vicina mentre la costa scompare, lasciandosi alle spalle un passato sempre più remoto. Ma futuro e passato, visti nel bel mezzo del mare, formano un’unica cicatrice che segna la schiena e il ventre dell’orizzonte”.


Wagner a Monaco nel 1860 (cr. Franz Hanfstaengl Wikimedia commons)

La rottura con Wagner è l’evento più doloroso della sua vita. “Il giorno in cui ho conosciuto Wagner - scrive Nietzsche - ero indescrivibilmente felice! Avevo cercato l’uomo che fosse più elevato di me, che fosse capace di dominarmi. Credetti di averlo trovato in lui. Fu un errore. Ora un paragone tra noi non può più darsi, appartengo a un altro rango”.


Nieztsche nel 1882 (cr. Gustav Adolf Schultze Wikimedia commons)

Un ritratto del filosofo che lo scrittore denomina “Il cammino della solitudine”, evidenzia l’ansia interiore di filosofare con il martello, come afferma Nietzsche, con la volontà di costruire un pensiero alternativo. Non c’è serenità nello sguardo, quanto l’inquietudine di svelare le menzogne del mondo e liberare il velo dalle costruzioni consolatorie.

Nella serie “Manifesto incerto”, Pajak scrive una biografia su Van Gogh, su Ezra Pound, la morte di Walter Benjamin e Walter Benjamin sognatore sprofondato nel paesaggio. I critici affermano che Frédéric Pajak abbia inventato un nuovo genere, il “saggio grafico”. Forse non l’ha inventato lui, ma lo ha portato alla sua forma più alta.

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