C'č un Maigret per tutti

Lo studio di Simenon ricostruito nella mostra di Bologna "Georges Simenon. Gli otto viaggi di un romanziere"
E’ amato più di Simenon, il suo creatore
Non tutti hanno amato Simenon, ma tutti hanno amato Maigret.
Persona assai controversa, Simenon fu comunque un autore molto fortunato e prolifico: settantacinque romanzi dipanati in circa quarant’anni, in una Parigi “d’avant-guerre”, tra luoghi reali e fittizi. Un vero giro turistico nella Ville Lumière, cominciando dal 36 Quai des Orfèvres, tana del Commissario e dei suoi colleghi, attraversando la bellissima Place des Vosges, camminando per i Boulevards e sorseggiando un caffè lungo, nel tanto celebrato locale, che diventerà negli anni cinquanta, il covo degli esistenzialisti. Intrisi di un’atmosfera unica e di una profonda comprensione della psiche umana, i romanzi di Simenon si sovrappongono alla città di Parigi e alle storie dei suoi abitanti, ricchi di dettagli sensoriali ed atmosfere nostalgiche.Simenon davanti agli uffici della polizia al 36 Quai des Orfèvres (foto dalla mostra "Georges Simenon. Otto viaggi di un romanziere" della Cineteca di Bologna)
L’autore esplora, attraverso lo spirito “revêche” del suo personaggio, gli angoli più noti, o più solitari, della capitale francese, trasformandola in un personaggio a sé stante. Il lettore viene allora trasportato nei quartieri parigini, nelle vie umide di pioggia, tra gli odori di vino rosso, di sigarette “gitane” e di pane appena sfornato, laddove esplodono contraddizioni sociali e nevrosi che generano crimini o misfatti. Maigret non è uomo d’azione, ma piuttosto un professionista dalla personalità calma e riflessiva, che lo porta a ricercare la giustizia in un mondo confuso e complesso. Maigret non giudica le vicende umane, quelle segnate dalla solitudine dove si intrecciano le ombre di un passato ancora troppo vicino oppure di un futuro troppo lontano.
Ma quale è il segreto di Maigret? Forse la sua bonomia, la sua apparenza del “monsieur tout le monde”? O forse la semplicità del personaggio non cela altro che una proiezione dell’autore per tenere a freno la sua vita sregolata? L’antieroe diventa perfezione e il cinema lo lancia verso una notorietà, che l’autore stesso fatica a reggere. Ogni attore ha contribuito a dare spessore a quel Commissario indolente, taciturno e umano che conosciamo tutti. Il Maigret italiano, interpretato da Gino Cervi con voce marcata e puntuale, costruisce un personaggio capace di catturare tutta l’essenza delle storie scritte da Simenon.Gino Cervi in un fotogramma dal film "Maigret a Pigalle" (cr. Kiado Wikimedia commons)
Altri grandi attori come Gabin e Jean Richard hanno piuttosto puntato sulla riservatezza di Maigret, restituendo alla sua figura un ruolo assai più schivo. Ma la trasposizione più significativa va riconosciuta a Bruno Cremer. La serie in onda dagli anni 90, vuoi per l’interpretazione dell’attore, vuoi per le ricette di Madame Maigret, tra cui la famosissima “blanquette de veau”, ha ridato al Commissario quella “verve” persa col passare degli anni.
Bruno Cremer, uno dei più popolari interpreti di Maigret (immagine dalla mostra "Georges Simenon. Gli otto viaggi di un romanziere")
In questo sceneggiato Parigi rimane fedele all’atmosfera descritta da Simenon: strade grigie, caffè affollati, e luoghi emblematici, che contribuiscono a creare un contesto narrativo più realistico rispetto alle trasposizioni passate. Con Depardieu, Leconte ci restituisce un Maigret affaticato, rallentato, malato di cuore e che ha appena perso la figlia. Anche Gerard Depardieu ha interpretato Maigret (immagine dalla mostra "Georges Simenon. Gli otto viaggi di un romanziere")
Se la qualità di queste trasposizioni risulta variabile, ogni regista prova a rimanere fedele allo spirito dei romanzi di Simenon, all’immediatezza della sua scrittura, all’arte del dialogo e alla tensione emotiva presente nelle sue trame. Il legame tra la capitale e l’autore resta comunque una costante per tutti, un palcoscenico ideale in cui si mescolano misteri e drammi umani, invitando i lettori a passeggiare per le strade oscure del crimine.
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