Enciclopedia, avventura del passato
Riunire tutto il sapere è sempre stata un'aspirazione degli uomini (dalla pagina Fb Oralpha)
Il sogno di sapere tutto e il boom degli enormi volumi
Nelle vostre librerie, o forse nelle vostre soffitte o cantine, c'è probabilmente qualcosa che solo tre decenni fa troneggiava sugli scaffali di studi e salotti: parliamo dell'enciclopedia. Da anni, se vogliamo conoscere date di nascita di personaggi più o meno famosi, nomi scientifici di piante o animali, il numero di abitanti di una città o mille altre cose, ricorriamo rapidamente a Wikipedia, che con il suo sterminato numero di voci (due milioni solo nell'edizione italiana) è diventata la più utilizzata enciclopedia di sempre. Ottima per trovare dati e nozioni, è aggiornata spesso in tempo reale e per molti è un punto di partenza per ricerche approfondite.

Una classe del liceo Gianturco di Potenza al lavoro su un progetto Wikimedia (cr. L. Catalani Wikimedia commons)
La qualità delle voci è frequentemente discutibile in campo storico e politico, ma dopotutto è un’incredibile opera collettiva su base volontaria e gratuita. La versione di lingua inglese è tre volte più grande e anche più affidabile. Sembra la realizzazione di un vecchio sogno: tutto il sapere umano raccolto in unico luogo.
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Una pagina dell'Enciclopedia di Diderot e d'Alembert (museo San Telmo Wikimedia commons)
L'ambizione è esistita fin dall'antichità. Si chiamavano Historia universalis, Historia naturalis, Etymologiae, Biblioteca, Tesoro o Tesoretto, Didascalicon, Speculum Maius, Imago mundi, per non parlare di cataloghi e bestiari. Erano tutti tentativi enciclopedici di ordinare e riassumere le varie branche della conoscenza umana, e non fu una prerogativa solo occidentale perché lo stesso sforzo lo troviamo nel mondo islamico e in quello cinese.

Friedrich Reichert "La prima stampa di Gutenberg" (Wikimedia commons)
Ovviamente la scarsissima alfabetizzazione e il costo dei codici manoscritti restringeva al minimo la possibilità di usufruirne. Solo con il Rinascimento e con l’avvento della stampa a caratteri mobili poté iniziare la storia moderna di questo vero e proprio genere. Tra il cinquecento e il seicento la diffusione aumentò enormemente sia in termini di titoli che di copie.
Tra l'altro proprio in quest'epoca nacque il termine latino “encyclopaedia”, costruito dagli umanisti a partire dal greco. E con l’adozione dell'ordinamento alfabetico delle voci si concluse il processo creativo di questa tipologia di opera.

Diderot e d'Alembert (ritratti di van Loo e de la Tour Wikimedia commons)
Il settecento vide un'autentica esplosione di dizionari enciclopedici di ogni tipo in Inghilterra, Germania e soprattutto Francia. Infatti l'Encyclopédie di Diderot e d'Alembert, uscita a partire dal 1751 in 33 volumi e a cui collaborarono i maggiori intellettuali dell'illuminismo, rappresentò da subito un modello per l’autorevolezza degli articoli e la modernità dell’approccio tecnico-scientifico. Poi cominciò l’avventura dell’Enciclopedia Britannica, seguita a ruota dal tedesco Brockhaus Lexicon e da un’ininterrotta serie di grandi opere inglesi, americane e poi scandinave, russe e spagnole.

La biblioteca universitaria di Pavia (cr. Markkv Wikimedia commons)
In Francia l’enciclopedia per antonomasia non rimase quella illuminista, ma divenne il Grand Larousse. Si nota subito la mancanza di un analogo italiano, pur uscendo nel nostro paese molti dizionari enciclopedici di mole minore, alcuni dei quali ristampati per molti decenni. Fu solo negli anni venti del novecento che, sia per necessità che per prestigio, il regime fascista sostenne l'impresa dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana con a capo Giovanni Treccani. Da allora la Treccani costituisce il titolo più prestigioso di una biblioteca e immancabilmente compariva fino a pochi anni fa nella libreria alle spalle di qualunque direttore di giornali o politico intervistato per la televisione.
Il filosofo Giovanni Gentile con Treccani e altri a Roma, 1925 (Wikimedia commons)
Gli articoli erano firmati dai maggiori studiosi italiani (anche antifascisti) e li potete trovare ormai tutti liberamente online, compresi quelli che furono decisamente cambiati successivamente, per motivi politici o scientifici. Ma si trattava di un'opera assai costosa e questo permise la diffusione dell'enciclopedia Utet e di quella di Federico Motta Editore, (considerate la numero due e tre in un'ipotetica classifica di qualità).

Volumi delle enciclopedie Utet e Motta
Nel frattempo nell'Italia del boom economico e della scolarizzazione di massa esplose un fenomeno fino allora sconosciuto; molti editori capirono che le famiglie volevano per i loro figli quello che normalmente si sarebbe trovato solo in biblioteca e così cominciarono a proporre una gran serie di opere, originali o tradotte.
I canali di vendita erano sostanzialmente due: fascicoli settimanali o quindicinali in edicola oppure vendita porta a porta, sistema storicamente rodato da dimostratrici di cosmetici e da piazzisti di aspirapolveri. La figura del venditore di enciclopedie diventò iconica e forse qualcuno si ricorda ancora che quello era il mestiere di Carlo Verdone nel film “Borotalco”.
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Carlo Verdone e Eleonora Giorgi in "Borotalco" (fotogramma scaricato da El Tarantiniese Wikimedia commons)
Tra i titoli che andavano per la maggiore potevamo trovare Conoscere dei Fratelli Fabbri Editori, che fu il mio punto di riferimento alle elementari (poi arrivò l'enciclopedia Motta). Il suo successo fu epocale, anche per la sua inusuale struttura. Le voci non erano in ordine alfabetico, ma assolutamente casuale, ad ogni argomento erano dedicate due pagine riccamente illustrate, ma con l’assenza completa di fotografie. Il tutto era un invito a sfogliare e a incuriosirsi di tutto, e con me funzionò alla grande.

L'enciclopedia per ragazzi "Conoscere"
Dal primo volume, che ho sotto gli occhi adesso, vi dico che i primi argomenti erano: “Sulla terra milioni di anni fa” (dinosauri), “Il castagno” (botanica), “L'Italia con il metro” (larghezza e lunghezza della penisola), “ Alla corte di Ravenna” (storia bizantina), “Ettore Fieramosca” (eroi italiani), “La mucca” (zoologia) e così via. La De Agostini rispose con l’Enciclopedia Universo (tradizionale) e il Milione (di stampo geografico e storico), la Rizzoli si affidò alla Larousse in edizione italiana Un caso particolare fu I Quindici, versione italiana di una popolare opera divulgativa statunitense, con organizzazione tematica, Sembrano già tante, ma ce ne furono molte altre.
L'enciclopedia per ragazzi "I Quindici"
Negli anni settanta due grandi case editrici si lanciarono in ambiziosi progetti: per la Garzanti uscì l'Enciclopedia Europea (che avrebbe voluto essere lo stato dell'arte in quel momento) e Einaudi propose un'Enciclopedia di poche centinaia di voci di grande densità, che palesemente costituiva una sorta di richiamo alla storica Encyclopédie. Poco più di dieci anni dopo, nel 1993, Microsoft fece uscire Encarta, la prima enciclopedia ipertestuale su cd. Il resto è storia recente se non addirittura di oggi.

La schermata iniziale di Encarta
Non ho nostalgia di quei pesanti tomi, e soprattutto ora sorrido di quell'ambizione di racchiudere tutto il sapere umano in splendidi volumi rilegati. Però fu un'avventura di massa che spalancò per milioni di famiglie la porta verso una cultura fino ad allora irraggiungibile.
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