La pigra renna di Natale
Babbo Natale e la renna Cervina nel disegno di Gigi Cavalli Cocchi
Ma Cervina corse tutta la notte per salvare un bimbo malato
Nell'avvicinarsi del Natale, iosonospartaco propone una favola che parla di una delle renne di Babbo Natale, una renna un po' particolare. La favola è scritta dal giornalista Mario Sabia e fa parte del libro di fiabe inedite "Favolanti", racconti illustrati dal disegnatore Gigi Cavalli Cocchi, batterista di Ligabue. Il libro adatto ai bambini da 1 a 7 anni di favole ne contiene 17, nate per caso dopo il ritrovamento di alcuni testi dell'autore nel fondo di un cassetto. Parlano tutte di animali e del loro rapporto con gli uomini o con altri animali. Chi fosse interessato ad acquistare il volume può scrivere all'autore: mariosabia51@gmail.com
Tutti i bambini sanno che, la notte del 24 dicembre di ogni anno, Babbo Natale sale sulla sua slitta trascinata dalle renne e si reca nelle case dei bambini buoni per portare loro bellissimi doni. Per i più cattivi, invece, ci sarà solo un mucchio di carbone.
Dopo un intero anno passato a far compiti, a studiare e ad imparare, ogni piccino attende con ansia l'arrivo del Vecchio con la barba bianca che porta con sé ore di gioia e di allegria.

La casa di Babbo Natale a Rovaniemi, Finlandia (cr. Floppyjb Wikimedia commons)
Ma tutto riesce bene fino a quando le renne, cioè i fedeli animali che trascinano la pesante slitta piena di doni, sopportano con coraggio e volontà la grande fatica di correre una notte intera, in pieno gelo, per adempiere al loro compito. Ma quando anche solo una di esse appare stanca o assonnata, allora sono guai, non solo per Babbo Natale, ma anche per tutti i bambini che la notte di Natale attendono i tanto sospirati regali.
E proprio durante l'ultimo appuntamento, cioè lo scorso anno, Babbo Natale rischiò di rimanere a piedi per colpa di Cervina, una piccola renna che non ne voleva sapere di trascinare il carro con i doni, con quel freddo e per tutta la notte.
Io non vengo
Si lamentava la renna: "Non possiamo consegnarli d'estate questi regali, quando ci sarà più caldo e quando il sole rimane alto più a lungo nel cielo? Perché tanto sacrificio per tutte noi, con il rischio di prenderci una bella malattia o di rimanere infreddolite e senza cibo per ore?".
Babbo Natale sapeva bene che Cervina non era cattiva, ma solo molto pigra: lei, come tutte le renne, era stata allevata come animale da traino, ma quel compito non le piaceva. Preferiva rimanere nelle sue regioni, al calduccio e in mezzo agli altri animali, anziché girovagare per tutta la terra a consegnare balocchi e giocattoli ai bambini.

La slitta di Babbo Natale in una stampa antica (Wikimedia commons)
Babbo Natale, con tutta la sua pazienza, cercò di spiegare alla renna che da centinaia di anni i bambini aspettano i regali proprio durante quella notte e che la consegna dei doni dava a molti bimbi soli ed ammalati un momento di gioia e felicità. Ma questi argomenti non riuscirono a convincere Cervina, la quale persisteva nella sua opposizione. E diceva: "No, quest'anno io non verrò a trascinare la slitta dei doni".
Ma la slitta, proprio quell'anno, era molto pesante e le altre renne non sarebbero riuscite da sole nell'impresa, anche a prezzo di sforzi grandissimi e con il rischio di rimanere sfinite.

Cartolina natalizia del 1907 (Wikimedia commons)
Babbo Natale allora disse a Cervina: "Va bene, piccola renna. Se non vorrai venire con noi, ti lascerò a casa. Ma pensa a quei bambini che rimarranno senza regali e che dovranno attendere un altro lungo anno per avere qualche giocattolo nuovo".
Cervina, pigra ed anche egoista, non si preoccupò troppo delle conseguenze del suo gesto e decise di rimanere a casa. Così, anziché prepararsi per la grande notte, se ne stava tranquillamente a riposare nella sua casa, al calduccio.
Aiutateci
Ma pochi giorni prima di Natale, accadde un fatto nuovo.
Il postino delle nevi consegnò a Babbo Natale un'ultima lettera, di un gruppo di bambini che abitavano nelle fredde regioni dell'Alaska.
Diceva la letterina: "Caro Babbo Natale, siamo un gruppo di bambini di 6 anni. Scusaci se ti facciamo sapere i nostri desideri solo all'ultimo momento, ma c'è una cosa che ci sta molto a cuore. Nel nostro villaggio vive un nostro amichetto di nome Willy: da pochi giorni il piccino è stato colpito da una polmonite. Ha bisogno di vestiti di lana e di panni imbottiti, perché abita in una soffitta fredda e umida. Ti preghiamo, tutti assieme, caro Babbo Natale: non portare nessun regalo a noi, ma porta tante coperte di calda lana a Willy. Prima che sia troppo tardi".

Villa decorata con la slitta di Babbo Natale, Toronto (cr. Zorro2212 Wikimedia commons)
Questa volta Babbo Natale capì che il suo viaggio era più che necessario: "Devo a tutti i costi arrivare in tempo nel paese di Willy".
Ma trovare un'altra renna in poche ore non era facile e addestrarne una nuova era ancora più difficile.
Allora Babbo Natale chiese al postino delle nevi di portare quella lettera nella casa della renna Cervina e di consegnarla a lei.
Il postino così fece.
-wdtr.jpg)
Cartolina natalizia del 1938 (Wikimedia commons)
Quando ebbe letto quelle parole, la piccola renna capì il suo errore: "Se non andassi ora - pensò Cervina - mi sentirei in colpa finché vivrò".
Allora Cervina corse da Babbo Natale e gli disse: "Sono pronta, quando si parte?".
La slitta fu caricata di coperte, abiti, pantofole e maglie di lana, e Cervina prese anche qualche giocattolo.
Il paese di Willy fu la prima tappa del lungo viaggio della slitta di Babbo Natale: a casa del bambino ammalato il Vecchio con la barba bianca portò quelle calde coperte e qualche giocattolo, e nelle case degli altri bimbi del paese la renna Cervina lasciò i balocchi che lei stessa aveva caricato sulla slitta.
Così il piccolo Willy si riprese e per tutto il paese fu un Natale di grande festa. Ma anche la renna Cervina, in cuor suo, nascondeva una grande felicità.
Riproduzione riservata