"L'orchestra, un diritto dei bambini"

Gabrielangela Spaggiari dirige l'orchestra giovanile al teatro Municipale Valli di Reggio Emilia (foto concessa per iosonospartaco)

Gabrielangela Spaggiari, artefice delle orchestre giovanili al conservatorio Peri-Merulo  

“Orchestrando”, il festival organizzato dal conservatorio “Peri-Merulo” di Reggio Emilia e Castelnovo Monti per celebrare i vent’anni del sistema delle orchestre infantili e giovanili, ha visto tre giorni di incontri, dibattiti, concerti e testimonianze per approfondire tematiche e implicazioni di questa esperienza unica. Oggi, venerdì 12 settembre, il teatro Ariosto alle 20.30 ospiterà il concerto delle orchestre mentre il 19 settembre il concerto si terrà al teatro Bismantova di Castelnovo Monti. Attualmente il conservatorio ha quattro orchestre giovanili e infantili dei corsi preaccademici chiamate Allegro crescendo, Papageno, Cherubino e Florestano.

Da vent’anni il conservatorio “Peri-Merulo” di Reggio Emilia e Castelnovo Monti è portatore di una esperienza musicale unica in Italia: il sistema delle orchestre giovanili e infantili. Dai 7 anni in avanti i bambini provano da subito l’esperienza del suonare insieme, crescendo in capacità musicali e relazionali. Ideatrice del sistema orchestre è la professoressa Gabrielangela Spaggiari. Sotto la sua bacchetta di direttrice d’orchestra si sono formate generazioni di musicisti ma soprattutto di giovani consapevoli e interessati ad essere protagonisti nella vita del proprio Paese.


Gabrielangela Spaggiari dirige una delle sue orchestre giovanili

Professoressa Spaggiari, partiamo dalla fine. Quanti bambini e ragazzi sono transitati nelle sue orchestre?

Posso darle il numero preciso: 641. Fra questi ci sono ragazzi che adesso sono musicisti di professione, altri che non hanno continuato l’esperienza con la musica. Ma dai questionari che tempo fa abbiamo distribuito sono emerse solo risposte positive, per tutti si è trattato di una bella esperienza.

Lei ha dichiarato più volte che per i ragazzi l’orchestra non è una opportunità ma un diritto. Cosa significa?

Significa che l'orchestra è un'esperienza educativa prima ancora che musicale. A partire dai 7 anni i bambini imparano a stare insieme suonando, ad ascoltare e ad ascoltarsi, ad intervenire nell'esecuzione musicale aspettando il proprio turno, a lavorare ad un progetto comune. L’orchestra è una piccola comunità che apprende e i bambini che ne fanno parte alla fine hanno maggiori valori e motivazioni rispetto agli altri. Ecco perché l’orchestra è un diritto che spetta a tutti i bambini.


Una delle orchestre giovanili in concerto diretta da Gabrielangela Spaggiari (cr. Mirko Ferrarini)

Il mondo della musica ha imparato a conoscere quell’esperienza eccezionale che è il metodo Abreu, applicato in tutto il Venezuela. Ci sono legami fra questa metodologia e la vostra?

Il sistema del maestro Abreu ha dato un’opportunità a tutti i bambini del Venezuela, compresi quelli delle favelas, per loro era un’opportunità di riscatto. Lo stesso Abreu diceva che quando un bambino torna a casa con uno strumento musicale diventa portatore di bellezza e offre una possibilità in più anche ai loro genitori.

Quindi possiamo dire che vi siate ispirati a quel modello?

In realtà nel 2005 non conoscevamo il metodo Abreu. Ho cominciato con pochi bambini e abbiamo lavorato subito su un progetto ambizioso, cioè il Don Giovanni di Mozart, coinvolgendo tutti gli insegnanti in un lavoro durato tutto l’anno. Lì è successo qualcosa, prima i bambini non suonavano insieme con il loro strumento perché secondo i programmi di studio la musica d'insieme era riservata agli studenti più grandi con capacità tecniche avanzate per poter affrontare repertori originali della letteratura classica. Ma i bambini anche se all'inizio hanno una tecnica elementare e un'intonazione precaria, suonando insieme da subito trascrizioni adattate alle loro competenze, imparano a migliorare anche l'intonazione grazie al confronto con i coetanei perché sono più motivati.


Concerto delle orchestre giovanili in chiesa (cr. Renato Negri)

Perciò il vostro percorso non coincide con quello del metodo Abreu?

Nel 2007 è venuta l’orchestra Bolivar, abbiamo invitato qui i professori e parlando con loro abbiamo capito di essere in sintonia. Intanto i bambini continuavano a migliorare, in termini personali e musicali, quindi la scuola ha deciso di rendere obbligatoria l’orchestra per tutti. E’ nato in questo modo un metodo nostro. Rispetto al Venezuela qui prevale un disagio fatto di noia, di incapacità di trovare valori, però devo dire che sarebbe bellissimo costruire un’orchestra nei quartieri della città popolati in prevalenza da cittadini stranieri, che generalmente incontrano maggiori difficoltà di inserimento, o in quelli che risentono di più casi di disagio sociale.


L'esibizione di una delle orchestre giovanili (cr. Mirco Ferrarini)

Le orchestre professionali sono anche un luogo altamente selettivo e competitivo. Nelle sue orchestre non è mai stata fatta selezione?

No, e non ci sarà mai, perché perderemmo di vista l’obiettivo. Le nostre orchestre sono inclusive perché ognuno ha la possibilità di contribuire con le proprie competenze al risultato complessivo. Nell’orchestra vogliamo che i nostri ragazzi con la musica abbiano l’opportunità di fare da subito un’esperienza interpretativa ed espressiva scegliendo repertori - trascritti - orientati verso opere qualitativamente interessanti sul piano musicale che presentino elementi musicali ricchi e vari in grado di stimolare in modo creativo l’interpretazione dei giovani allievi. Fare musica insieme può diventare un’esperienza significativa e coinvolgente solo se si abituano gli allievi ad interpretare da subito, ad essere costruttori di senso, a dare un carattere espressivo all’esecuzione. Non tutti i ragazzi delle nostre orchestre diventeranno professionisti ma forse avremo contribuito in parte a formare futuri cittadini più sensibili e ricchi interiormente.

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