Sacerdoti della musica surf

I Beach Boys con Ronald Reagan e la moglie Nancy (cr. White House foto Wikimedia commons)
Beach Boys, i preferiti di Ronald Reagan
Il 19 gennaio 1985, al Walter E. Washington Convention Center, nella capitale americana, si tiene il ballo inaugurale che, un giorno prima del giuramento a Capitol Hill, apre il secondo mandato presidenziale di Ronald Reagan. Tra i tanti ospiti d’eccezione, diretti da Sinatra come maestro delle cerimonie, salgono sul palco anche cinque uomini, rigorosamente in smoking, che intonano a cappella “Their Hearts Were Full of Spring” (I loro cuori erano pieni di primavera): sono i Beach Boys. La canzone vuole essere un omaggio al legame fortissimo che c’è tra il presidente e la moglie Nancy, presentata come “a lovely California girl”, un’adorabile ragazza californiana. E’ un momento molto americano, dove i Reagan vengono celebrati in primis come coppia modello, al di là dei confini politici.
Composizione fotografica pubblicitaria sui Beach Boys, 1966 (Wikimedia commons)
Ma come hanno fatto cinque ragazzi del sud della California ad arrivare a Washington? Quella dei Beach Boys è innanzitutto una saga famigliare: tre fratelli, Brian, Carl e Dennis Wilson, un cugino, Mike Love, e un amico del liceo, Al Jardine (più qualche altro membro nel corso degli anni). I Wilson crescono ad Hawthorne tra gli anni 40 e 50. Sono una famiglia molto musicale: il padre Murry è un compositore amatoriale di canzoni R&B, la madre suona. A casa Wilson l’evento dell’anno è passare il Natale nella residenza dei ricchi cugini Love che in soggiorno hanno un pianoforte a coda, un organo e un’arpa: qui la famiglia si diverte a cantare insieme, giocando con l’armonia.Un surfista in azione (cr. Wikimedia commons)
Il canto sarà una parte importantissima nella carriera musicale dei Beach Boys: il falsetto e i cori a cappella, anche complessi, sono presenti in tutta la loro produzione. La fonte di ispirazione sono i Four Freshman, una vocal band creata nel 1948, i cui dischi vengono costantemente ascoltati e riprodotti sul pianoforte da Brian che, da vera mente musicale del gruppo, impara ad armonizzare e a comporre da autodidatta. A questo fertile terreno musicale si aggiunge il surf, che nella California meridionale dei primi anni ‘60 era roba seria.
Lo stile
Il surfista era riconoscibile per come viveva, per come si vestiva, per come si comportava, anche in assenza di una tavola sotto il braccio: stava nascendo la cultura surf, elemento di novità per tanti giovani rispetto alla autorevole ma un po’ benpensante America di Eisenhower. Mike Love racconta che l’idea di scrivere una canzone sul surf venne a Dennis, unico vero surfista del gruppo.
All’epoca esisteva già la musica surf, ma era quasi esclusivamente strumentale: ad esempio, Dick Dale, il re della chitarra Surf Rock, nel 1962 lanciò la propria versione di “Miserlou”, antico brano folkloristico greco, oggi molto noto in quanto, dopo l’assurdo dialogo tra Tim Roth e Amanda Plummer, apre Pulp Fiction.
Grazie a un finanziamento di 300 dollari di Virginia Jardine, madre di Al, la band noleggia gli strumenti e nel novembre 1961 esce “Surfin”. In occasione del lancio il gruppo deve trovare un nome: l’idea originale era The Pendletones, marca di vestiti in voga tra i surfisti; l’ipotesi viene scartata e nascono i Beach Boys.Surfisti sulla riva (cr. Zeev Stein Wikimedia commons)
Nel 1963 esce “Surfin in the U.S.A”, inno del California Sound e primo grande successo nella Top 10 americana. Il 1966 è l’anno dell’album “Pet Sounds”, il capolavoro di Brian Wilson composto con l’aiuto di Lsd e marjiuana come strumenti di risveglio spirituale. Risvegli alternativi a parte, l’album è molto interessante perché segna un punto di rottura nel cammino musicale dei Beach Boys, un salto di qualità, sul momento molto apprezzato dalla critica, meno dal pubblico americano: alle canzoni tutte bikini e macchine decappottabili, Wilson preferisce la strada della sperimentazione.
La svolta
Lo stimolo di questa svolta è l’album dei Beatles “Rubber Soul”, un insieme di canzoni folk. Ecco quindi che fanno il loro ingresso sugli spartiti strumenti sinfonici come corni, flauti, archi, strumenti insoliti come il theremin e found sounds, ossia rumori e suoni non convenzionali provenienti da oggetti non musicali, come lattine di Coca Cola o campanelli di biciclette.
La sperimentazione continua nella seconda metà degli anni ‘60 ma ad un certo punto si crea uno iato tra le esigenze artistiche di Brian e quelle degli altri membri della band. La tensione porta i Beach Boys a perdere un treno storico: seppur in programma come band d’apertura della seconda giornata, non partecipano al Festival di Monterey nel giugno del ‘67. La band non si sfalda però Brian cede il timone al fratello Carl, a cui va buona parte del merito dell’inversione di rotta.Reunion dei Beach Boys nel 2012 (cr. Louise Palanker Wikimedia commons)
Grazie ad una intensa attività di tour ed esibizioni negli stadi, dove vengono riproposti i vecchi cavalli di battaglia, i Beach Boys portano avanti un’operazione commerciale e musicale di grande successo, facendo riaccendere la stella del California Sound. D’altronde la grande eredità dei Beach Boys è essere stati in grado, come nessun altro complesso pop/rock, di diventare ambasciatori di un vero e proprio ideale, quello del sogno californiano: chi, ieri come oggi, ascoltando “Surfin in the U.S.A”, non vorrebbe essere geograficamente traslato a Paradise Cove, Malibù?
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