I bambini e le tracce invisibili del Covid

Una parete realizzata con i disegni dei bambini (Project Manhattan Wikimedia commons)
Isolamento, l’esperienza in psicoterapia
Ci siamo lasciati alle spalle la fase più acuta della pandemia: le case silenziose, le scuole chiuse, la didattica a distanza, le mascherine. Eppure, molti genitori e insegnanti si chiedono ancora: quali segni ha lasciato tutto questo nei nostri bambini e ragazzi?
Non sempre le conseguenze sono immediatamente visibili, ma spesso si nascondono nelle emozioni, nelle difficoltà di apprendimento, nei rapporti con gli altri.
Paure e risorse
Per mesi i bambini hanno respirato un clima di incertezza: notizie di malattia e di perdita, cambiamenti improvvisi nelle abitudini, limitazioni nei contatti. Alcuni hanno sviluppato paure nuove: paura del distacco, paura di ammalarsi, paura di ritornare alla normalità.
Un bambino in un momento di crisi (cr. Chirag Rathod Wikimedia commons)
Altri hanno vissuto momenti di tristezza e ritiro, dovuti alla perdita di esperienze significative: feste di compleanno saltate, sport interrotti, amicizie sospese.
Eppure, accanto a questi vissuti, molti hanno mostrato una sorprendente resilienza: la capacità di adattarsi, di trovare nuove modalità di gioco e di espressione, di scoprire risorse interne inattese.
Un caso
Marco (nome di fantasia) ha 10 anni. Quando ha iniziato la scuola media, dopo i lunghi mesi di didattica a distanza, i genitori notavano in lui una forte resistenza ad andare in classe: mal di pancia al mattino, paura di sbagliare davanti agli insegnanti, difficoltà a ritrovare i compagni.
In terapia, attraverso il disegno, Marco ha raccontato di sentirsi “bloccato come in una gabbia” e di avere paura che gli altri lo vedessero “sbagliato” dopo tanto tempo passato chiuso in casa.
Poco a poco, attraverso il gioco e il dialogo, ha potuto dare parola alle sue paure, scoprendo che non era il solo ad avere difficoltà. Questo gli ha permesso di affrontare la scuola con maggiore fiducia, recuperando passo dopo passo il piacere di stare con i compagni.
Apprendimento
La scuola è stata una delle dimensioni più colpite. La didattica a distanza ha permesso di mantenere un contatto, ma non senza conseguenze. Alcuni ragazzi hanno accumulato ritardi e difficoltà di concentrazione, faticando a ritrovare un ritmo regolare. In altri casi si è osservata una perdita di motivazione, con la sensazione che lo studio avesse perso di significato.
Una bambina al computer in epoca di pandemia (cr. Bsghaier Wikimedia commons)
Per qualcuno, però, la tecnologia ha rappresentato un’occasione di crescita, diventando più autonomi e responsabili.
Anche qui troviamo una doppia faccia: la pandemia ha aperto nuove possibilità ma ha anche lasciato vuoti che richiedono tempo per essere colmati.
Ritrovarsi
Le relazioni con i pari sono state forse l’aspetto più compromesso. Molti bambini hanno vissuto amicizie interrotte, scoprendo quanto fosse difficile stare senza i compagni. Alcuni adolescenti, al contrario, hanno trovato nel ritiro un rifugio, e faticano ancora oggi a tornare pienamente alla socialità.
Sala di lettura deserta alla biblioteca Oglio di Milano (cr. Fontema Wikimedia commons)
Le famiglie, costrette a una convivenza forzata, hanno sperimentato tanto momenti di vicinanza quanto di conflitto.
Oggi i ragazzi si trovano a dover “reimparare” la socialità, con le difficoltà e le opportunità che questo comporta.
Psicoterapia
In questo contesto, la psicoterapia dell’infanzia e dell’adolescenza offre un luogo prezioso. Attraverso il gioco, il disegno o la parola, bambini e ragazzi possono dare forma a ciò che hanno vissuto in silenzio. Non si tratta di cancellare ciò che è accaduto, ma di trasformarlo in un’esperienza integrata, che possa essere compresa e inserita nel percorso di crescita.
Le tracce lasciate dalla pandemia sono reali ma non definitive. La mente dei bambini e degli adolescenti è plastica, capace di ritrovare fiducia e creatività.
Il compito degli adulti – genitori, insegnanti, terapeuti – è quello di osservare, ascoltare, accogliere senza giudizio. Solo così le ferite del passato possono diventare occasioni di crescita, e il tempo sospeso della pandemia potrà trasformarsi in una risorsa per il futuro.
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