Giovani obbligati a piacere agli altri
Ragazza giapponese con lo smartphone (cr. Seungiu Oh)
Le insicurezze nella stagione dei social e dell’immagine
L’apparenza estetica diventa importante molto presto nella vita dei ragazzi, soprattutto durante l’adolescenza, quando si inizia a fare i conti con il proprio corpo e con lo sguardo degli altri. La voglia di seguire le mode, di sentirsi parte del gruppo e di avvicinarsi agli standard di bellezza che vediamo ogni giorno aumenta quasi senza accorgercene.
Assomigliare ai propri coetanei, vestirsi e mostrarsi in un certo modo ci dà l’idea di essere più accettati e più “giusti” rispetto al mondo che frequentiamo. A questo si aggiunge il ruolo dei social, che amplificano tutto. I filtri sono nati su Snapchat nel 2015 e da lì si sono diffusi ovunque, arrivando su Instagram e TikTok.
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"Mia sorella", foto di Miki Yoshihito (Wikimedia commons)
All’inizio erano semplici effetti divertenti: orecchie da cane, occhi grandi, facce buffe che ci facevano ridere con gli amici. Poi però si sono evoluti in qualcosa di diverso. Oggi molti filtri modificano i lineamenti del viso, assottigliano il naso, lisciano la pelle cancellando pori e lentiggini, aggiungono un trucco perfetto o cambiano il colore degli occhi. In pratica ci mostrano una versione di noi che sembra più vicina agli standard estetici del momento.

L'abbraccio di una giovane coppia (cr. Kelley Boone Wikimedia commons)
Con il tempo, però, l’uso continuo di questi filtri può cambiare il modo in cui ci percepiamo. Guardarsi sempre migliorati dallo schermo rende più difficile accettare la realtà del nostro volto, con le sue piccole asimmetrie e imperfezioni. Quando la fotocamera interna ci mostra la nostra immagine senza effetti, può capitare di non riconoscerci completamente o di notare dettagli che prima non consideravamo nemmeno difetti. È come se ci abituassimo ad una versione ideale di noi stessi, e quella reale diventasse meno all’altezza.

Giovani guardano il panorama dalla Willistower a Chicago (cr. Sally Kerr Wikimedia commons)
Questa distanza tra immagine filtrata e immagine naturale porta molti giovani a sentirsi insicuri. Si entra in un circolo in cui si cerca conferma negli altri, nei like, nei commenti, sperando che questo compensi le proprie fragilità. Ma la verità è che nessun filtro può sostituire l’autenticità. Accettare il proprio viso, il proprio corpo e la propria unicità non è semplice, soprattutto in un periodo storico dove tutto è esposto e confrontato.

Giovani con abiti di tendenza (da Flickr Wikimedia commons)
Però è proprio da quella sincerità che nasce la sicurezza vera. Riconoscere i filtri per quello che sono ovvero strumenti creativi e non modelli da imitare, è un primo passo per vivere i social in modo più sano. Non c’è niente di sbagliato nel divertirsi con un effetto ma è importante ricordare che il valore personale non dipende da un’immagine perfetta.
La nostra identità va oltre ciò che appare sullo schermo. Essere giovani al giorno d’oggi significa imparare a muoversi tra ciò che siamo e ciò che mostriamo. Forse non serve essere perfetti per piacere agli altri. A volte basta mostrarsi veri, senza troppe modifiche.
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