Il ballo, un trionfo di libertą
La Fusion dance company, 2012 (cr. Lambtron Wikimedia commons)
Praticato in gruppo anche dalle civiltà antiche
Gli antichi Greci erano grandi amanti della danza e possiamo dire che essi la praticassero ovunque e in qualunque occasione, giovani e vecchi, uomini e donne. Già nell’Iliade, nel punto in cui l’autore descrive il nuovo e fiammante scudo di Achille, troviamo la raffigurazione della prima scena di danza: giovani e ragazze che danzano insieme in cerchio e in file, davanti a una folla festosa.

Il soprano Gabrielle Kraus nel ruolo di Saffo nell'opera Sapho di Gounod (cr. Benque et Cie Wikimedia commons)
Nella poesia di Saffo detta “Della vecchiaia”, la poetessa si lamenta con le sue ragazze di non riuscire più a danzare come una volta, perché le sue ginocchia non sono più agili come quelle delle cerbiatte. La danza era infatti parte fondamentale dell’educazione impartita dalla maestra, legata indissolubilmente all’idea di armonia di anima e corpo, di equilibrio, di eleganza.
Le balere
Ogni volta che leggo questo passo quasi mi commuovo ad immaginare questo mito della poesia che volteggia meravigliosamente con la sua tunica leggera e penso anche a mia madre che tante volte si rammarica che le sue ginocchia non la reggano più come una volta, e ricorda con rimpianto la sua passione per il ballo, nelle balere degli anni Cinquanta dove le ragazze emiliane ballavano il liscio. Forse anche io, che ancora tanto amo la danza, proverò lo stesso rammarico.

Una coppia in una competizione di balli tradizionali (cr. Michael Foskett Wikimedia commons)
Si danzava e si danza ancora oggi per sé stessi dunque, per liberare la propria energia e trasformare in gesti i propri pensieri e le proprie emozioni, ma si danzava e si danza ancora oggi sicuramente per la comunità, con e per gli altri di cui ci sentiamo parte. Nel mondo greco, anche per gli dei, perché la maggior parte dei riti e delle festività religiose, legate ai ritmi della natura, delle stagioni e dei lavori agricoli erano appunto accompagnati e scanditi da chori, vale a dire danze con musica e canto.
Le feste
Di queste antichissime tradizioni è rimasta traccia almeno fino al secolo scorso anche nelle campagne emiliane, dove dopo il raccolto o la vendemmia si festeggiava con musica e ballo. Si trattava – sia nel mondo antico che in quello moderno - di esecuzioni esclusivamente di gruppo, perché era nel gruppo che si poteva esprimere maggiormente lo spirito della comunità, che attraverso la danza rafforza la propria unione e il proprio senso di appartenenza alla cultura nella quale si riconosce.
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Balli di coppia dalle Cronache di Norimberga, 1493 (cr. Wogelmutt e Pleydenwurff Wikimedia commons)
Ecco perché anche nella tragedia e nella commedia antiche non poteva mancare la componente coreutica, ed ecco perché i chori erano costituiti da cittadini e non da attori: sappiamo che persino il leader politico Pericle fece parte come danzatore e cantante nei cori delle tragedie ed è noto il talento di Sofocle prima di tutto come coreuta, vale a dire ballerino e cantante.

Il gruppo Budapest Hungary (cr. Wilfredor Wikimedia commons)
Perché ad Atene e nel mondo greco in generale la danza non era ritenuta affatto disdicevole per gli uomini, come avverrà invece nel mondo romano dove i cittadini altolocati si guardavano bene dal danzare, attività preclusa anche alle matrone: segno di una cultura decisamente meno democratica, più compassata e rigida a livello fisico, come più chiusa a livello politico.
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L'Acropoli di Atene (cr. Christophe Meneboeuf Wikimedia commons)
E’ probabile che un retaggio di questo costume sia tuttora vivo, se si tiene conto che percentualmente sono più le donne rispetto ai maschi - in Europa almeno - a dedicarsi all’arte coreutica sia a livello professionistico, che amatoriale o personale e ludico: conseguenza di un pregiudizio ancora molto diffuso che ritiene che la danza sia qualcosa di inappropriato o inadatto a un uomo, se non addirittura espressione di un carattere effeminato.
A Sparta
Potrebbe allora essere interessante raccontare a questo proposito che la danza e la musica legata ad essa abbiano avuto la loro origine e la loro massima fioritura a Sparta, la città più nota per la sua potenza bellica e militare, per i suoi uomini-soldato i cui corpi sembravano modellati nel bronzo; vero, ma prima della svolta oligarchica imposta dal legislatore Licurgo, Sparta fu una città culturalmente molto vitale e libera, dove l’espressività corporea intesa come danza e non come prestazione muscolare era molto coltivata.

Statua di Licurgo alla corte di giustizia di Bruxelles (cr. Mattpopovic Wikimedia commons)
Questo mi fa pensare che la libertà espressiva dei corpi spesso vada di pari passo con quella del pensiero, perché non è certo un caso che questa città-stato così creativa all’inizio della sua storia, si sia certo potenziata a livello politico, ma decisamente impoverita a livello culturale, come ben faceva notare il nostro Pericle, quando sottolineava che la differenza fra ateniesi e spartani era anche in questo, cioè che i primi sapevano divertirsi, i secondi no.
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Balli in pista in una moderna balera (cr. web summit Wikimedia commons)
Eppure i nostri bisnonni, nonni e genitori erano soliti frequentare le balere di cui sopra e mia madre spesso se ne andava anche da sola a ballare, quando mio padre tardava ad arrivare, tanto un partner disponibile e capace ad accompagnarla nel ballo lo avrebbe comunque trovato, come lei spesso ancora mi racconta: cosa è successo dunque, per cui per qualche ragione siamo passati da Atene a Sparta?

Woodstock, simbolo della rivoluzione culturale giovanile, 16 agosto 1969 (cr. J.M. Shelley Wikimedia commons)
L’emancipazione femminile e la liberazione dei costumi hanno forse accantonato la danza perché ritenuta – erroneamente - espressione di un retaggio di cui volevano in toto liberarsi, trascurando il fatto che essa può aiutare al contrario ad esprimere e a regolare persino i comportamenti sociali: nella danza si impara ad ascoltare l’altro, a seguire il suo passo, a definire i reciproci spazi. E’ per questo forse che oggi stanno nascendo tante nuove sperimentazioni di danza ed espressività corporea, sia di anziani che di giovani, che scoprono che attraverso il ballo si può imparare a rispettarsi e ad amarsi.
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