Papisti, anticristi e vaticanisti

Una guardia svizzera alla porta della Cappella Sistina (cr. Dipartimento di Stato Usa Wikimedia commons)
Il Conclave: poca informazione e tanta propaganda
Per anni ho cullato senza coraggio l’idea di offrirmi come collaboratore alla sala stampa vaticana. Non proprio quella principale, ma una sua filiazione: la Misna. Si tratta di un’agenzia di informazione creata nel giorno in cui ogni missionario ricevette in dotazione un satellitare; e fu immediatamente una fonte privilegiata per i grandi network che magari seguono tutta l’Africa con un corrispondente a Nairobi. Per anni si raccontò l’aneddoto di quando il presidente francese Mitterrand seppe dalla Misna, anziché dal proprio Stato Maggiore, di un acre combattimento della Legione nell’Alto Volta.
Della sala stampa vaticana mi impressiona altresì l’efficienza, ed anche la fiducia e la lealtà di collaborazione con i giornalisti selezionati e accreditati, i così detti vaticanisti. Spesse volte, ti passano documenti vincolati all’embargo, cioè non utilizzabili pubblicamente fino al raggiungimento del termine indicato, che consentono un lavoro più riflessivo e organizzato. Metterti al corrente di una notizia con largo anticipo su quando sarà possibile annunciarla è oggigiorno un grossissimo gesto di fiducia.
La sala stampa vaticana qui in una foto del 2014 (cr. Medol Wikimedia commons)
Non sono tanti i vaticanisti ufficiali, sicuramente non il numero di quelli che si sono espressi, anche a torto, nei giorni che hanno preceduto la proclamazione di Leone Decimoquarto in Piazza San Pietro. In quegli stessi giorni non ho fatto il giornalista ma semplicemente il curioso osservatore. Più spesso il distaccato scrutatore perché ancora una volta ho assistito al procedimento di semplificazione di un’editoria che dimezza l’informazione per sostenere la propaganda. E certo non mi sfugge la metafora del tempio con l’interno dedito alla spiritualità e l’esterno preda dei mercanti.
Alla Chiesa Cattolica Romana non manca la ritualità. Essa ha contrassegnato ancora l’avvicinamento allo “extra omnes”, cioè le porte chiuse e l’inizio delle votazioni. Le assemblee delle congregazioni, gli incontri di preghiera, le celebrazioni si sono tenuti per nove giorni regolarmente.
In genere nulla di quanto viene fatto dalla Chiesa ha necessità di interpretazione perché è frutto della sua secolarità. Le regole del conclave risalgono infatti alla constitutio “Ubi Periculum” del 1274 voluta da Gregorio X a conclusione del Concilio di Lione. All’interno del “tempio” ci viene detto che determinante è lo Spirito Santo, cui Papa Francesco, in vita, aveva dato stavolta un bell’aiuto: 108 porporati erano stati scelti da Bergoglio, 22 da Ratzinger e 5 da Wojtyla. E nell’ultima scelta era stato prediletto il tratto della concretezza avendo, ieri come oggi, una Chiesa da risanare, offesa in primo luogo dall’incuria dei suoi ministri.
L'apparizione di papa Leone XIV al balcone vaticano (Wikimedia commons)
L’identità del nuovo Santo Padre si è annunciata in continuità con il suo predecessore. Una Chiesa che vuole disarmare le stesse parole, che sta accanto agli umili, che non si inchina ai potenti, che non si chiude dentro al Vaticano ma è estroflessa sul mondo, che di biennio in biennio incrementa i suoi fedeli di circa quindici milioni fino a rappresentare numericamente oggi più del triplo degli abitanti d’Europa.
Fin qui ciò che è più vicino al Sacro Soglio. E che meritava di essere raccontato. C’è una grande cultura che promana e che potrebbe essere espressa, al di là delle convinzioni di soloni redazionali che in uno scenario di continuo calo di utenza continuano a sentenziare cosa ci interessa a noi italiani e cosa no.
La tempesta mediatica ha preferito dunque altri lidi. Il più importante era quello che derivava dalla suggestione governativa. C’è molto impegno nell’indicare la condizione della Premier Giorgia al centro degli eventi che si tramutano in storia. E ogni fatto, avvenuto dalla morte di Francesco in poi, ha trovato chi ha inteso riportarlo ad azione coordinata del Governo. Unica vera ispirazione politica internazionale per l’Italia sono gli Stati Uniti di Trump; la suggestione del M.A.G.A. - Make America Great Again - che ha una propensione antivaticanista, è potente sul nostro centrodestra e invidiata dai suoi leader. Sul perché Matteo Salvini non l’abbia già riproposta per l’Italia probabilmente c’è il fatto che non ha sufficiente coraggio per sostenerne il relativo acronimo – Fai l’Italia Grande Ancora -, cioè F.I.G.A.
Robert Francis Prevost, papa Leone XIV (cr. Edgar Beltran Wikimedia commons)
Quest’ansia fiancheggiatrice ha portato poi molti media a voler dare spazio ai contraltari, cioè gli oppositori al Papa, coloro che però, già sanzionati o colpiti da scomunica, erano fuori dalla comunità cattolica. Anche ciò non mi è parso legittima opera di par condicio, ma impegnato modo di adulare. Ci vuole tanta protervia per affermare sulla base di una sola dichiarazione che l’anticristo ha già preso posto sul Soglio. Così come ci è stata ripropinata l’incertezza se il cardinale Angelo Becciu, condannato per truffa e peculato, sarebbe entrato nel conclave pur se già dal 2020 lo stesso avesse rinunciato ai diritti cardinalizi.
Quando le porte si sono chiuse tutto è finito in poco più di ventiquattro ore. Nel frattempo fuori la piazza si riempiva di volti che si illuminavano al solo guardare il comignolo sopra la cappella Sistina.
Non sono in grado di scagliare pietre quindi non giudicherò l’informazione generalista, assetata solo di colori e tinte forti, ma do valore al fatto che sempre di più abbia visto persone sottrarsi o rifiutarsi a microfoni e telecamere. Di fatto credo che si sia voluto raccontare un fatto di cultura come un fatto di costume. Brutto segno.
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