Evita Peron, la costruzione di un mito

Evita Peron, la costruzione di un mito

Numa Ayrinhac, ritratto di Jaun Domingo Peron e Eva Duarte Peron (museo della Casa Rosada Wikimedia commons)

Resa immortale dal suo amore per gli argentini

E' il 27 luglio 1952. A Buenos Aires muore a trentatré anni a causa di un tumore all’utero Eva Peròn (1919-1952), moglie del presidente dell’Argentina Juan Domingo Peron. Gli argentini, che da tempo conoscono le sue gravi condizioni di salute, vengono informati del tragico evento via radio con questo annuncio: “Il nostro capo spirituale non è più con noi”.


Pagine della stampa argentina dedicate a Eva Peron (cr. cuatro rostros Wikimedia commons)

Maria Eva Duarte era una giovane ragazza quando conobbe causalmente il colonnello Peròn, allora ministro del lavoro, ma da quel momento i due non si separeranno più. La allegra e promettente cantante e ballerina, costretta a frequentare locali e teatrini di periferia e ad accontentarsi di piccole parti in alcuni spettacoli per aiutare la famiglia, viene come stordita dalla gentilezza e dallo sguardo del ministro, che pare come fulminato dalla sua grazia e dalla sua voglia di vivere.

La grande differenza d’età, 24 anni, non impedisce la loro frequentazione sempre più assidua. Fra i due nasce una profonda complicità di ideali e di intenti che li porterà a sostenersi vicendevolmente in ogni difficile momento della vita civile e politica.


Evita in lacrime abbraccia Peron (cr. P.A. Fusco Wikimedia commons) 

Quando nel 1945 Peròn è arrestato per tradimento, Eva chiama a raccolta e allo sciopero i lavoratori argentini per chiederne la liberazione. Accade così che i dirigenti del paese presi dal panico per tanta reazione popolare, non trovando altra soluzione per riportare la calma liberano il colonnello. L’amore e la riconoscenza portano così Peròn a chiedere la mano di Eva, che da quel momento per tutti sarà Evita. I due si sposano nel 1945 con rito civile alla presenza di molti ufficiale e di una numerosa folla. Con l’elezione, nel 1946, a presidente del marito, inizia anche il suo debutto in politica.


Anche un quotidiano sportivo dedica una pagina a Evita (cr. Mundo deportivo Wikimedia commons)

Per i milioni di poveri argentini, i descamisados, Evita è una benedizione. Si batte per il lavoro, per le donne ottiene il diritto di voto e la legalizzazione del divorzio, sussidi per i più poveri, organizza l’assistenza sanitaria nelle città e nelle campagne, apre la Fondazione Eva Peròn con il triplice indirizzo sociale, educativo e sanitario. La gratitudine del popolo è tale che anche le sue debolezze per i vestiti e le costose pellicce sono minimizzate. Ma non tutto è come sembra. Con il trascorrere del tempo però inizia la persecuzione dei nemici e le sparizioni degli oppositori aumentano di giorno in giorno. Anche se non ufficialmente gestisce i ministeri della sanità e del lavoro, e grazie alla sua popolarità e all’attuazione di alcune riforme, riesce a gestire la situazione e a sottrarsi alle critiche dei più acerrimi nemici.


Le nozze civili fra Evita e Peron (Wikimedia commons) 

Nell’estate del 1947 inizia un giro per le capitali d’Europa. Ovunque è accolta da entusiastiche manifestazioni di popolo. Molto ammirati sono i suoi vestiti, i suoi gioielli, la sua bellezza e il suo sorriso. Visita la Spagna, l’Italia, il Vaticano dove ha un colloquio riservato con Pio XII, la Francia, il Portogallo e la Svizzera. L’ambizione la spinge nel 1951 a candidarsi per la vicepresidenza, ma presto deve ritirare la sua candidatura per l’opposizione e le critiche dei conservatori e di molti ufficiali dell’esercito. L’anno seguente, dopo diversi interventi chirurgici, deve arrendersi al suo destino. Si spegne il 26 luglio 1952.


La folla con le fiaccole al funerale di Evita Peron (Wikimedia commons)

Al suo funerale parteciperà una folla sterminata. Tutta l’Argentina si fermerà attonita e piangerà colei che per la prima volta, seppur tra mille condizionamenti e contraddizioni, ha saputo e voluto parlare al popolo. Peròn, distrutto dal dolore, piangerà a lungo la donna che ha amato con tanta passione e che è stata la sua migliore collaboratrice.  A lei saranno intitolate scuole, ospedali, vie e piazze. Il mito di Evita ancora resiste e la sua tomba è meta di continui pellegrinaggi.


Il cadavere mummificato di Evita Peron (cr. F. Bolfico Wikimedia commons)

Una folla di popolo lunga due chilometri visita la sua salma mummificata esposta nella sede del sindacato, il lutto di Stato durerà un mese e ogni giorno tutte le trasmissioni radio alle ore 20,25 si interromperanno per ricordare che era l’ora del passaggio di Eva Peròn all’immortalità.

Riproduzione riservata