Jessie White, prima inviata di guerra

Jessie White, prima inviata di guerra

Un ritratto fotografico di Jessie White (Wikimedia commons)

Il suo ruolo nel risorgimento italiano

Se le vicende risorgimentali, i suoi protagonisti e, in generale la causa italiana ebbero un eco internazionale, gran parte del merito va attribuito a Jessie White Mario. Figlia di un ricco armatore inglese, era nata a Portsmouth nel 1832 e aveva frequentato i migliori ambienti intellettuali di Parigi, subendo il fascino del pensiero liberale e di emancipazione sociale di John Stuart Mill.

Grazie all’amica Emma Roberts, sentimentalmente legata al generale, nel 1954 conobbe a Nizza Giuseppe Garibaldi, e tramite lui altri patrioti come Carlo Pisacane e Agostino Bertani. Fu a lei che Pisacane, in partenza per Sapri, volle consegnare, sicuro della sua fine, il suo testamento politico. A Londra conobbe invece Mazzini, il quale la convinse ad attivarsi per la causa italiana come giornalista del Daily News e a sostenere, attraverso raccolte di fondi i moti patriottici.


John Stuart Mill con Helen Taylor, figlia della sua compagna (Wikimedia commons)

Jessie avrebbe voluto diventare medico, ma la realizzazione di quel sogno le fu impedito dalla legge inglese che proibiva l’accesso alla facoltà di medicina alle donne. Non potendo fare il medico divenne una competente infermiera al servizio della causa. A Genova conobbe il mazziniano Alberto Mario, che aveva partecipato ai moti del 1848, con il quale si sposò e condivise anche il carcere.

Jessie venne descritta da un anonimo contemporaneo come una “bella donna, con una splendida carnagione, i capelli rossi e un volto vivo e intelligente”. Su proposta di Mazzini, i coniugi Mario si recarono anche negli Stati Uniti per illustrare la situazione italiana e promuovere una raccolta di fondi.

Tornati in Italia, nel 1859 decisero di seguire Garibaldi nelle sue imprese, tanto che nel 1860 parteciparono - lei come infermiera, lui come ufficiale e consigliere del generale - alla spedizione dei Mille. Le sue capacità organizzative nella predisposizione di ospedali da campo la fecero conoscere come la giornalista-infermiera.


Carlo Pisacane e Giuseppe Garibaldi (cr. Library of Congress per Garibaldi Wikimedia commons)

Le sue corrispondenze dall’Italia la resero famosa non solo in Inghilterra, ma in tutta Europa, negli Stati Uniti e in America latina. In breve tempo arricchì la sua attività giornalistica scrivendo anche per diversi altri giornali, come The Nation, Morning Star, Scotsman, e la Naciòn di Buenos Aires. Jessie non si limitò a narrare l’andamento delle imprese risorgimentali, ma fu anche autrice di importanti studi e ricerche sociali, specie sulla povertà dilagante a Napoli e la situazione esistente nelle solfatare siciliane. Non esitò nemmeno a denunciare pubblicamente l’immobilismo del governo, che giudicò cieco e incapace di elaborare proposte efficaci.

L’importanza rivestita da Jessie Mario nel processo che portò all’Unità d’Italia risiedette anche nel ruolo di mediazione e di chiarimento che seppe svolgere nel delicato ambito dei rapporti tra Mazzini e Garibaldi. Senza il suo fondamentale apporto le incomprensioni, le divergenze politiche contingenti e strategiche, sarebbero probabilmente emerse con maggiore forza, mettendo a rischio l’intero movimento risorgimentale o per lo meno ritardandone il risultato finale.


Le tombe di Jessie White e Alberto Mario nel cimitero di Lendinara, Rovigo (cr. Pivari.com Wikimedia commons) 

Jessie Mario fu dunque nello stesso tempo la prima inviata di guerra sul fronte italiano, l’organizzatrice di ospedali militari, l’elemento di fiducia e di congiunzione politico tra i due padri del risorgimento e la studiosa che ebbe la forza di denunciare l’arretratezza sociale del paese. Le sue biografie di Mazzini, Pisacane, Bertani e Garibaldi fornirono un contributo importante alla storiografia del Risorgimento italiano.

Seguì Garibaldi in tutte le sue campagne successive, fino al giorno della sua morte. Rimasta vedova e povera, morì a Firenze il 5 marzo 1906. Oggi è sepolta a Lendinara, in provincia di Rovigo, accanto al marito.

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