Napoleone a Sant'Elena con la giovane Betsy

Frantisek Xaver Sandmann "Napoleone a Sant'Elena", Malmaison (Wikimedia commons)
Dall’isola le cronache rosa sull’amore del generale
Sconfitto a Waterloo, Napoleone fece ritorno a Parigi stanco, demoralizzato, sentendosi tradito dai suoi generali. Non aveva più un esercito ed era braccato dalle potenze vincitrici. Soprattutto l’Inghilterra lo voleva suo prigioniero per ridurlo definitivamente all’impotenza.
William Sadler, "La battaglia di Waterloo", Pyms gallery (Wikimedia commons)
Il generale ed ex imperatore, nonostante le insistenze degli uomini a lui più vicini perché formasse un nuovo esercito, si dimostrò conscio del suo inarrestabile tramonto. La marina inglese d’altra parte, con i blocchi dei porti, rendeva impossibile una sua fuga, magari in America.
Napoleone ritratto da Paul Delaroche (Wikimedia commons)
Dopo aver a lungo meditato decise pertanto di consegnarsi volontariamente a sua Maestà britannica perché lo ospitasse con tutti gli onori sul suolo inglese. Contrariamente però alle sue convinzioni e alle vaghe promesse, le navi inglesi dirottarono verso l’oceano aperto per dirigersi alla volta della lontanissima isola di Sant’Elena.
L'isola di Sant'Elena fotografata dal satellite (cr. Nasa Wikimedia commons)
Accompagnato da circa 50 fedelissimi, Napoleone si sentì umiliato e ingannato nella sua dignità di ex imperatore e generale. Capì subito che da quello scoglio battuto dal vento e lontano migliaia di miglia da ogni continente non sarebbe più tornato vivo. L’impresa dell’Elba non era certo più ripetibile. Ad attenderlo, dopo 69 giorni di navigazione, c’erano tutti gli abitanti dell’isola, curiosi di vedere e orgogliosi di custodire il “terrore del mondo”. Non essendo ancora pronta la casa a lui destinata sull’altopiano di Longwood, Napoleone venne provvisoriamente alloggiato presso la residenza del sovrintendente della Compagnie delle Indie, Willliam Belcombe.
Nella stampa Napoleone con Betsy (cr. J.G. Austin State Library of NSW Wikimedia commons)
Lì rimase per due mesi, godendo della simpatia e della gentilezza dei suoi ospitanti. I quattro figli della coppia furono visti giocare e scherzare con lui chiamandolo affettuosamente Boney, lo spauracchio, nome che le balie inglesi usavano per fare stare buoni i bambini. Napoleone si rivelò un conversatore incantevole, allietando i ragazzi con dolci, regali e storie fantastiche. In particolare fu con la quattordicenne Betsy che nacque un rapporto di grande simpatia, improntato alla massima libertà di espressione. Betsy dimostrò subito di non temerlo trattandolo come un compagno di giochi, non risparmiandogli scherzi e qualche provocazione.
La residenza di Longwood, oggi museo (cr. David Stanley Wikimedia commons)
Napoleone apparve sereno come in preda a una liberatoria regressione all’infanzia. Insieme trascorsero pomeriggi di grande serenità. La stampa inglese alla continua ricerca di notizie e curiosità sullo stato di Napoleone, nel 1817 fece circolare un pettegolezzo che fece sorridere tutta Europa: Napoleone si era innamorato di una quattordicenne di nome Betsy, molto graziosa e dallo spirito ribelle. Poi con il passare del tempo anche quel pettegolezzo si spense e rimasero solo le notizie di polizia circa il suo stato di salute e la vita quotidiana. Con il trasferimento di Napoleone nella sua dimora definitiva a Longwood, le visite di Betsy si diradarono molto fino a cessare per il suo ritorno a Londra, il matrimonio con un certo Abell e il trasferimento in Australia.
Ritratto a stampa di Betsy Abell di Wg e Ge Mason (Wikimedia commons)
La casa a lui affidata fu trasformata in una piccola corte imperiale con generali, dame, ex ministri e camerieri. Alle pareti furono appesi il ritratto del figlio Napoleone II, re di Roma, la miniatura dell’Imperatrice madre, quello di Josephine e una treccia di capelli di Maria Luisa.Il sarcofago di Napoleone a Les Invalides (cr. Britchi Mirela Wikimedia commons)
Solo nel 1843 Betsy pubblicò il libro delle sue memorie, che diede un contributo storico senza pari alla ricostruzione della presenza di Napoleone a Sant’Elena. Erano trascorsi 22 anni dalla scomparsa del suo amico generale.
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