Umberto Nobile, italiano controverso
Il generale Umberto Nobile con la cagnetta Titina (Museum of History and Industry Wikimedia commons)
La missione polare finita in tragedia
Il generale dell’aeronautica Umberto Nobile sfida per la seconda volta il Polo Nord. Il suo nome appartiene al ristretto numero dei più grandi esploratori del Novecento.
La sua prima impresa l’ha compiuta, partendo da Ciampino il 10 aprile 1926, con il dirigibile Norge da lui realizzato. Con il comandante, oltre all’equipaggio, c’era l’esploratore norvegese Roald Amundsen, il primo a mettere piede al Polo Sud. La spedizione raggiunge l’obiettivo il 12 maggio, dopo un viaggio di un mese, avendo fatto tappa in Inghilterra, a Oslo, a Leningrado e in Norvegia.

Il dirigibile Norge di Amundsen (National library of Norway Wikimedia commons)
Decorato personalmente dal Duce, Nobile viene promosso maggior generale del Genio Aeronautico. Rappresenta il coraggio e la genialità dell’Italia nel mondo. Ora, nel 1928, la seconda spedizione, composta da scienziati e da una scorta di alpini, è tutta italiana. Anche il nuovo dirigibile, denominato Italia, è cambiato.
Si tratta di un nuovo modello semirigido più manovrabile anche in presenza di forti venti o tempeste di neve. Partito in aprile da Milano, raggiunge la Norvegia e da lì, il 23 maggio, parte per l’ultimo balzo verso il Polo che raggiunge 24 minuti dopo la mezzanotte del 24 maggio.

Il dirigibile Italia in volo su Stoccolma (Wikimedia commons)
Quando l’aeromobile raggiunge il punto stabilito al Polo Nord, Nobile lascia cadere una croce benedetta dal Papa e il Tricolore. Il tempo però cambia improvvisamente. Una terribile tempesta costringe il pilota a continui saliscendi, subendo ripetuti urti sul ghiaccio, che danneggiano il veicolo.

Il dirigibile Italia sull'isola di Spitsbergen prima del tragico volo (Wikimedia commons)
Poi la caduta più devastante che spacca in due il dirigibile Italia. La gondola di comando si salva, mentre la restante parte s’innalza nella tempesta, scomparendo per sempre con sei uomini a bordo. I superstiti invece riescono a salvare un po' di viveri, strumenti vari, una radio e una tenda, sulla quale Nobile ordina di dipingere delle strisce rosse per essere meglio visibile dai soccorritori.
Amundsen è uno dei primi a partire, ma viene sorpreso da un’altra tempesta e perde la vita. Poi fortunatamente accade l’imprevisto. Un giovane radioamatore russo capta dei segnali radio, a conferma che qualcuno della spedizione è sopravvissuto. Parte così la ricerca dei superstiti.

Roald Amundsen, morto durante le ricerche (Preus Museum Wikimedia commons)
Sono trascorsi ventinove giorni dallo schianto, quando un piccolo aereo svedese guidato dal famoso aviatore Lundborg, atterra nei pressi della tanto ricercata tenda rossa. Afferma di avere l’ordine di portare in salvo il generale, ferito a un braccio e a una gamba, e nessun altro anche perché l’aereo è troppo piccolo e rischierebbe di cadere.

L'aviatore Einar Lundborg (cr. Bernardt Jernberg Wikimedia commons)
Al rifiuto di Nobile, Lundborg promette di tornare con viveri e medicinali e di portare in salvo uno per uno i naufraghi. Alla fine, convinto anche dai suoi, Nobile cede. L’indomani però il tempo peggiora e il piccolo aereo riesce ad atterrare con gravi danni e il suo pilota diventa a sua volta uno dei naufraghi.

Nobile con Titina in attesa dei soccorsi (Tekniska museet Wikimedia commons)
Preso a bordo dalla nave Città di Milano, il generale è praticamente messo agli arresti, destituito e accusato d’aver abbandonato i suoi uomini al loro destino. Non ha rispettato la regola secondo la quale il capitano deve essere sempre l’ultimo a salvarsi.

Il rompighiaccio Krassin, oggi museo, a San Pietroburgo (cr. A.Savin Wikipedia)
I superstiti aspetteranno l’arrivo del rompighiaccio russo Krassin per mettersi finalmente in salvo. Nobile dovrà aspettare invece la fine della seconda guerra mondiale perché gli venga restituito l’onore. Sarà eletto deputato come indipendente nelle liste del Pci e membro dell’Assemblea Costituente.
Morì il 30 luglio 1978, non prima d’aver svolto l’attività d’insegnante universitario e d’aver scritto manuali tecnici, relativi anche alle sue avventure.
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