Il treno di Einstein

Crediti Wikimedia commons
Tempo dilatato, tempo di valore
Quando mi capita di viaggiare in treno, sarà a causa delle oscillazioni e dei sobbalzi, delle vibrazioni ritmiche o della sensazione di rotolamento, spesso mi ritrovo in uno stato di raccoglimento in cui i pensieri della giornata piano piano diventano un mormorio indistinto.
Dal mio posto, vicino al finestrino, vedo passare veloci le immagini del paesaggio che attraverso. A volte il paesaggio scorre inafferrabile, i colori si mescolano, non riesco a cogliere le sfumature e a distinguere i contorni. In altre più rare occasioni riesco a cogliere un albero, un filo d’erba ad immergermi in una nuvola o in un particolare ed è come se obbligassi il treno a rallentare per aspettarmi.
Albert Einstein con la moglie Elsa (cr. Library of Congress wiki commons)
Il tempo del nostro viaggio sul treno della vita è stabilito, anche se non sappiamo la stazione a cui scenderemo, eppure Einstein ci ha insegnato che il tempo è relativo, dipende dalla velocità a cui si muove il soggetto. Fermo restando che l’attuale tecnologia del materiale rotabile non mi consente di ottenere, mentre viaggio in treno, una significativa dilatazione del tempo è altrettanto vero che posso affermare con certezza di aver vissuto situazioni in cui il mio tempo si è dilatato.
Solo eterno presente
Per esempio quando ripenso ad un viaggio pieno di emozioni, curiosità e novità sembra impossibile che tutto si sia realizzato in una manciata di giorni. Stessa cosa quando sono coinvolto nel realizzare qualcosa che mi sta particolarmente a cuore. Viceversa le settimane, caratterizzate dalla solita routine, si affastellano indistinte lasciando una sensazione di vuoto quando mi giro per valutarne il volume.
Ciò che è decisivo non è quindi la quantità assoluta di tempo a disposizione, quanto piuttosto la sua qualità intesa come intensità vitale. Se riuscissi a vivere con profonda consapevolezza e coinvolgimento ogni percezione, ogni pensiero, ogni gesto o attività assaporando ogni briciola come se si fosse alla ricerca di un tesoro otterrei il risultato di prolungare, in teoria indefinitamente, la percezione dello scorrere del tempo.
Quando mi immergo nella vita, così come si presenta, trovo, come nei buchi neri che inghiottono le stelle, una densità infinita, l’energia non si disperde, il tempo si ferma. Non c’è passato non c’è futuro, solo l’eterno presente.
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