Per grazia ricevuta, sul lago

Per grazia ricevuta, sul lago

Il lago d'Iseo visto da Montisola (Crediti iosonospartaco)

Storie vissute dai miracolati

A stupire è la normalità. Scendi dal traghetto e ti meravigli di quello che non c’è. Non ci sono rumori, nessuno ti urta, nessuno ti obbliga ad ascoltare le sue conversazioni al telefonino, non corri il rischio di essere investito da un’auto. E’ la vita dell’isola nel lago d’Iseo. Monte Isola – familiarmente Montisola – è questo, soprattutto se si ha la fortuna di viverla lontano dall’estate. La più grande isola italiana su un lago non è una cartolina e non è un presepe: è un luogo di uomini e di donne. Nel 2016 vi piombò gente da mezzo mondo perché gli artisti Christo e Jeanne-Claude avevano realizzato lì una gigantesca installazione – i Floating Piers -, enorme passerella galleggiante che univa la costa a Montisola e alla piccola isola di San Paolo. Esperienza evangelica non da tutti, camminare sulle acque.



L'ex voto per la miracolosa guarigione di un giovane (Crediti iosonospartaco)

Montisola è composta da borghi e il primo che incontri è Peschiera Maraglio, l’approdo del traghetto. Negozi di oggetti artigianali, ristoranti, la chiesa di San Michele arcangelo che trasuda devozione popolare con un altare dedicato al rosario e i riferimenti alla pesca miracolosa. Sbagliare strada è impossibile, seguendo la costa si sale arrivando agli altri borghi. Una passeggiata lunga ma semplice che regala la vista di tutto il lago d’Iseo e che sembra finire in un piazzaletto attrezzato per l’arrivo del piccolo bus.

Voltato l’angolo

Ma non è così, perché voltato l’angolo, comincia il sentiero fino alla cima della montagna. Le ultime case sono alle spalle, rimangono il verde da una parte e il lago dall’altra. Il percorso offre un’anticipazione di quello che si troverà; chi sale incontra cappelle dedicate ancora una volta al rosario e immagini sacre. Poi, dopo l’ultimo strappo, si arriva in cima, più in alto non si va, dove il palcoscenico naturale è occupato da una chiesa, il santuario della Madonna della Ceriola. Un tempo, a leggere i libri di storia, era un punto caro agli dei pagani ma nei primi secoli del cristianesimo venne votato al culto di Maria, in particolare alla purificazione. La luce della vera fede è rappresentata dalle candele di cera e quindi Madonna della Ceriola, con celebrazione il 2 febbraio, la Candelora.



Ex voto per un uomo travolto da una carrozza (Crediti iosonospartaco)

I manuali di storia dell’arte si dilungherebbero in descrizioni di particolari architettonici e di statue ma c’è un angolo che racconta storie di vite vissute, vicende di gente semplice affidata anima e corpo alla fede nella Madonna, non potendo sperare in nient’altro. Un angolo del santuario raccoglie gli ex voto lasciati dalle famiglie che si sono sentite miracolate dopo aver vissuto l’angoscia di una morte imminente, di una disgrazia terribile. Sono tutti quadri di piccole dimensioni, dipinti sul legno, e raccontano di vite salvate quando si credevano perdute.



Una donna si salva incornata da un toro (Crediti iosonospartaco)

Storie ingenue, direbbero alcuni, storie di meravigliosa riconoscenza direbbero altri. Gli ex voto raccontano di donne e bambini ammalati che pregano, di guarigioni avvenute quando già il prete era al capezzale, di un muratore caduto dall’impalcatura e sopravvissuto, di un uomo scampato a una carrozza che lo travolgeva e di una donna incornata da un toro. Sempre le tre lettere che dicono tutto: P.G.R. per grazia ricevuta. Una pagina di storia sociale raccontata con le immagini della sofferenza e del sollievo.

All’esterno della chiesa una semplice iscrizione, senza velleità artistiche: “Siate tutti più buoni e sarà tutto più bello”. Ottima idea.

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