Le cento anime di Batman

Otto attori che hanno interpretato Batman: Wilson, West, Keaton, Clooney, Bale, Affleck, Pattinson (Wikimedia commons)
Un supereroe in cerca di identità
Chi è Batman? Bruce Wayne, la risposta veloce. Un personaggio nato dalla matita di Bob Kane, che nel 1939 disegna il pipistrello in collant, e dall’immaginazione di Bill Finger che, visti i collant, decide di dare un tono all’uomo in calzamaglia, rendendolo un cavaliere e un patriota. Wayne è un ricchissimo americano che indossa la maschera del vigilante per difendere il bene e la giustizia a Gotham City, un ibrido tra Sodoma e Gomorra: la città non viene distrutta da una pioggia di fuoco ma è protetta dal Cavaliere che combatte i criminali più spietati.
No, la mia domanda è un'altra: chi è Batman? Cerco di superare la semplice definizione rintracciabile in qualsiasi libro sulla storia del fumetto. In primo luogo Batman è un uomo, Bruce Wayne appunto. Non sa volare, non è invulnerabile, non sopravvive nello spazio cosmico. Il suo superpotere è un conto in banca a nove cifre. Possiede la Wayne Enterprises, azienda di famiglia attiva in vari settori industriali: Bruce fattura miliardi, ciò che gli entra nel portafoglio è prevalentemente investito per Batman, ossia in strumenti che possano sopperire alla mancanza di doti sovrumane. Chi è quindi Batman? Un playboy nato con la camicia o un benefattore dell’umanità?
Adam West e Burt Ward, Batman e Robin nella serie televisiva americana (cr. Abc televisione Wikimedia commons)
Non è un semidio e non sembra un angelo caduto dal cielo: non nasce con il privilegio di decidere automaticamente da che parte stare, se da quella della civiltà o del disordine. Batman è un bambino che, all’età di tredici anni, vede i genitori brutalmente assassinati. Sconvolto, decide di sostituirsi allo stato, cioè a quell’entità politica e giuridica che, detenendo il monopolio legittimo della forza, sarebbe teoricamente in grado di prevenire il crimine o di assicurare i suoi esecutori alla giustizia ma che, nel suo caso, fallisce su entrambi i fronti. Chi è allora Batman?
Un giovane abbandonato dalle istituzioni o un uomo con uno scopo di vita assolutamente velleitario? Il giovane Bruce ha sete di vendetta, è una persona turbata se non folle, per farsi giustizia indossa una maschera, non sceglie i canali tradizionali ma opta per una via parallela alla legalità, dove il suo alter ego è allo stesso tempo vittima, giudice e a volte carnefice dei malviventi. Il giusto processo non è la sua priorità: è un Cavaliere, lotta per il trionfo del bene sul male, ma Oscuro, cioè tormentato sulla natura dei mezzi a cui ricorrere per affermare il volere della Dea bendata. La presunzione d’innocenza fino a prova contraria non esiste: chi lo teme nasconde per forza qualcosa, perché a Gotham City solo i colpevoli hanno paura della sua nera figura.
Chi è dunque Batman? Un giacobino impazzito o un vendicatore di chi ha subìto un torto? Il Cavaliere sarà anche Oscuro però collabora con la polizia, la aiuta nelle indagini, percepisce la legalità come carente e ne colma i vuoti. Cosa vuol dire questo? Che Bruce Wayne è folle nella sua scelta di vestirsi da pipistrello ma che, allo stesso tempo, è in grado di dirottare la sua vena di pazzia verso il miglioramento del bene pubblico, non verso la sua distruzione: la convivenza civile vince quindi sul disordine della giustizia fai da te.
Batman è un paladino del law&order alla Rudy Giuliani o un egomaniaco che si crede investito di una missione redentrice?
Tutte queste domande retoriche evidenziano un profondo dualismo alla base della natura del personaggio Bruce Wayne/Batman. Dualismo che dalla carta stampata del fumetto è stato portato anche sul grande schermo, in particolare con la Trilogia del Cavaliere Oscuro di Christopher Nolan. Intendiamoci, la produzione cinematografica e televisiva su Batman è di lunga data: dagli anni ‘60 grandi attori e registi (tra tutti, Joel Schumacher e Tim Burton) hanno presentato la loro versione di Batman. Il tema della doppia identità del Cavaliere Oscuro, del suo essere un Giano bifronte, comincia ad emergere già nelle due pellicole firmate da Burton ma è sicuramente con Nolan che il dualismo e la natura lacerata dell’Uomo Pipistrello emergono in maniera preponderante.
Londra 2008, Nolan con cast e produzione alla prima europea de "Il cavaliere oscuro" (cr. Ben Coombs Wikimedia commons)
Nella trilogia si comincia dall’inizio, dal trauma infantile, dalla perdita di fiducia nei confronti della giustizia e dall’entrata nella vita di Bruce Wayne del pipistrello come simbolo dell'inquietudine notturna. L’unico punto di riferimento è rappresentato da Alfred, il vecchio maggiordomo di Wayne e, allo stesso tempo, il consigliere/mentore/aiutante di Batman. Dopodiché si passa allo scontro del Pipistrello con Joker, la nemesi. Batman riesce a convogliare la sua ossessione per la giustizia dentro canali che guardano alla legalità, Joker invece traduce la sua pazzia in sadismo e crimine. Follia che combatte un’altra follia, ricerca dell’ordine contro distruzione dell’esistente.
Poi lo scontro finale, dove Batman lotta per la sopravvivenza sua e di Gotham. Il Cavaliere Oscuro conclude il suo viaggio nella trilogia di Nolan con la maschera che viene appesa al muro e l’inizio di una nuova vita per Bruce Wayne. Fine del dualismo: ma allora, chi è Batman?
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