Lo spazzacamino Bert compie 100 anni

Lo spazzacamino Bert compie 100 anni

Dick van Dyke, lo spazzacamino Bert di Mary Poppins, nel 2024 (cr. Gage Skidmore Wikimedia commons)

Dick van Dyke ha trovato la fama con Mary Poppins di Disney

Richard Wayne (Dick) Van Dyke, il grande showman americano, compie proprio oggi un secolo di vita essendo nato nel Missouri il 13 dicembre 1925. Il cognome è olandese, ma si narra che fra i suoi antenati ci sia uno dei “padri pellegrini” che l’11 novembre 1620 sbarcarono dalla Mayflower a Cape Cod.

La carriera dell’attore, cantante, ballerino, è stata soprattutto televisiva: pluripremiato con 6 Emmy Awards, la sua ultima apparizione in un video musicale (da lui prodotto) è addirittura di un anno fa. I suoi più grandi successi sono la sitcom che porta il suo nome, “The Dick Van Dyke Show” trasmessa dalla CBS negli anni ‘60, e la serie “Diagnosis: Murder” (1993-2001) la cui versione italiana andò su Canale 5 con il titolo “Un detective in corsia”.


Una scena dal "Dick van Dyke show", 1962 (cr. Cbs Wikimedia commons)

Nel cinema, ha partecipato a una ventina di film, fra i quali “Mary Poppins”, il bellissimo film musicale a tecnica mista prodotto da Walt Disney nel 1964, che gli ha dato fama internazionale per la sua splendida interpretazione di Bert, un londinese che parla in “cockney” (ma, americano purosangue, scatenò le critiche dei puristi) e che vive di espedienti. Un sottoproletario insomma, immune dalle sovrastrutture e dai canoni borghesi, che con la sua leggerezza e semplicità funge da alter ago della protagonista.

La crisi delle dinamiche interne alla “disfunzionale” e disciplinata famiglia Banks, messa in atto dalla magica tata (Mary) imponendo il suo alternativo stile di vita, non porterebbe a un cambiamento senza la complicità terrena dell’allegro tuttofare. E’ proprio sua la stoccata finale (in musica e nelle vesti di spazzacamino) al padre, tanto impegnato nella banca da trascurare i figli, che proprio allora inizia a vedere il mondo da un altro verso: “Lei deve macinare, macinare, macinare su quella mola, anche se l’infanzia scivola come sabbia in un setaccio, e troppo presto sono cresciuti, e poi sono volati via, ed è troppo tardi per dare” (traduciamo dall’originale, a volte il doppiaggio mozza le ali alla poesia; poesia semplice, ma approfondita dalla musica e diretta al bersaglio).


La schermata iniziale del film (Wikimedia commons)

Il rapporto fra Bert e Mary incuriosisce e ispira: si conoscono già, hanno conoscenze comuni. E quando “cambia il vento”, quando la missione della tata è conclusa ed è l’ora di volare via, il saluto di Bert “Arrivederci, Mary Poppins, non stare via molto” ci fa sospettare che questa collaborazione benefica sia stata e sarà necessaria infinite volte, per infinite famiglie e infiniti figli.

Nel film Van Dyke, a 39 anni, interpreta anche il decrepito banchiere Dawes con un efficace travestimento. Con un colpo da maestri, i produttori Disney del piacevole sequel “Il ritorno di Mary Poppins” (2018) hanno chiesto all’attore di interpretare il vecchissimo figlio dello stesso banchiere. Questa volta Van Dyke, a 93 anni, ottiene il risultato senza trucco, in compenso si esibisce in un balletto sulla scrivania.


Julie Andrews nel ruolo di Mary Poppins (immagine dal film Wikimedia commons)

Mary Poppins fruttò ben 5 premi Oscar alla Disney Productions: miglior attrice alla debuttante Julie Andrews nel ruolo della protagonista, miglior colonna sonora originale e miglior canzone (Chim Chim Cher-ee, in italiano Cam-Caminì) ai fratelli Sherman, miglior montaggio e migliori effetti speciali.

Proprio sugli effetti speciali è il caso di soffermarsi. Avanzatissimi per l’epoca, richiesero uno sforzo immane dal punto di vista tecnico ed economico, che solo la Disney Productions era in grado allora di intraprendere. E dobbiamo dare atto ai produttori (in particolare a Walt Disney stesso) che il loro utilizzo, spettacolare, ha comunque una valenza prevalentemente artistica ed emotiva.


Dick van Dike nella scena del ballo degli spazzacamini (immagine dal film Wikimedia commons)

La tecnica mista (combinazione di azione dal vivo e cartoni animati) viene utilizzata nella lunga e meravigliosa scena nella campagna inglese con balletto di pinguini incluso, e richiese 11 mesi di lavoro. La famosa scena del tè sul soffitto fu realizzata sollevando e facendo muovere in aria gli attori con cavi sottilissimi, resi invisibili montando spezzoni ripresi da varie angolazioni, in alcuni casi capovolgendo la scenografia. La Andrews, nel duetto con l’uccellino, ha dei cavi nascosti nella manica e sotto la mano che permettono agli operatori di attivare i realistici movimenti del finto animale: è la tecnica denominata “animatronica” spinta ai massimi livelli per quegli anni.


Pamela Lyndon Travers nel 1922 in costume da scena (cr. Adam Cuerden Wikimedia commons)

Il film è ispirato (solo ispirato) ai libri di Pamela Lyndon Travers, scrittrice anglo-australiana che prese spunto dalle storie inventate nell’infanzia per le sorelle più piccole. I libri (in cui Mary ha però una durezza senza sorrisi) ebbero un discreto successo anche negli Stati Uniti e fu proprio leggendo quelli delle figlie che Disney decise di realizzarci un film. I tentativi di acquistare i diritti dall’autrice, che non credeva nella trasposizione cinematografica del personaggio, si ripeterono periodicamente per almeno due decenni, fino ad avere successo nel 1961. La Travers ottenne di poter partecipare alla sceneggiatura e di registrare tutti gli incontri a fini documentali. Il tutto è raccontato in un bel film Disney, “Saving Mr. Banks” (2013), con Tom Hanks (Walt) e Emma Thompson (splendida nel ruolo dell’autrice).


Tom Hanks ed Emma Thompson in "Saving Mr. Banks" (dal manifesto del film)

Le registrazioni ci raccontano la scarsa comprensione, da parte della scrittrice, del linguaggio cinematografico e della diversa tipologia di destinatari, le sue obiezioni sono spesso infondate, fra cui quella di ritenere Dick Van Dyke assolutamente inadatto al ruolo di Bert: “E’ un’idea orrenda!”.

Mary Poppins è considerato il più grande successo personale di Walt Disney, che morì nel 1966 a 65 anni. Lo è anche per Dick Van Dyke, a cui anche nella sua più recente apparizione in diretta tv nel 2023, a 98 anni, è stato chiesto di cantare per l’ennesima volta un brano dal film.

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