La grotta del poeta e del musicista

La grotta del poeta e del musicista

La grotta di Fingal sull'isola di Staffa, nelle Ebridi (cr. Harmut Josi Bennhor Wikimedia commons)

Fingal lega Montale a Mendelssohn

“Nubi color magenta s’addensavano
sulla grotta di Fingal d’oltre costa”

Scrive Eugenio Montale, premio Nobel per la letteratura nel 1975, che riprende il paesaggio nordico con uno sguardo poetico. Forse aveva visitato la grotta nelle isole Ebridi in Scozia? Più probabile invece che avesse ascoltato l’ouverture da concerto che Felix Mendelssohn scrisse ad appena vent’anni. Quando poesia e musica si incontrano si aprono mondi. 


Montale nel 1964 (cr. Gennadii saus i Segura Wikimedia commons)

La vita di Montale non è stata facile, ha attraversato due guerre mondiali, ma essendo amante dei classici, per arricchire la sua scrittura lo hanno accompagnato lettura e musica, oltre all’esperienza vissuta. Lo sguardo sensibile allora diventa sguardo della mente che ridà vita ad una dimensione di meraviglia e di conoscenza. Il linguaggio segreto della natura avverte della sua esistenza sia attraverso la poesia sia attraverso la musica.


Felix Mendelssohn nel ritratto di Wilhelm Hensel allo Stadtmuseum di Dusseldorf (Wikimedia commons) 

Nato ad Amburgo nel 1809, Felix Mendelssohn Bartholdy fu compositore, direttore d’orchestra, pianista e organista. Ebbe una famiglia di alta cultura, il nonno filosofo, il padre famoso banchiere, ancora bambino la madre gli leggeva i poemi omerici. Amante della cultura umanistica, a dodici anni iniziò a comporre. Il padre lo avrebbe voluto uomo d’affari, ma la sua genialità lo portò in un’altra direzione. Giovanissimo scrive l’ouverture “Sogno di una notte di mezza estate” da Shakespeare e dirige la Passione secondo Matteo di Bach dando vita alla cosiddetta Bach renaissance.


L'accesso alla grotta di Fingal (cr. Karl Gruber Wikimedia commons) 

Nel periodo romantico tra ‘700 e ‘800 il viaggio era considerato un modo per formarsi, incontrare e scambiare visioni, perché allargare le esperienze in altre terre significava ampliare il proprio mondo interiore. Felix, che non aveva sicuramente problemi economici, inizia a viaggiare: Austria, Italia e Svizzera, successivamente Inghilterra, Scozia e isole Ebridi. In questo arcipelago, dopo una traversata tempestosa in piroscafo, scopre nell’isola di Staffa la grotta di Fingal, battuta dalle onde del mare. Inizialmente l’ouverture avrebbe dovuto chiamarsi L’isola solitaria.  Venne invece denominata La grotta di Fingal, dal nome di un eroe leggendario protagonista dei Canti di Ossian; un antro disegnato dalla pioggia, dal gelo, dai venti impetuosi e dalle onde del mare che modellano le rocce.


Il bardo Ossian nel quadro di Nicolai Abildgaard esposto a Copenhagen (Wikimedia commons)

La musica nasce dalle contaminazioni che la natura ha impresso nello sguardo di Mendelssohn. La grotta quasi sicuramente si è formata da una colata lavica, milioni di anni fa. Il clima delle Ebridi l’ha sagomata. Pilastri di basalto delineano l’ingresso. E’ la grotta della melodia in quanto le onde che si infrangono producono suoni.

“Il nostro mondo (…) fu sempre, è e sarà fuoco eternamente vivo, che con ordine regolare si accende e con ordine regolare si spegne”. Sono parole di Eraclito.


Mendelssohn suona per Goethe, opera di M.D. Oppenheim al museo ebraico di Francoforte (Wikimedia commons) 

Secondo Wagner La grotta di Fingal è una delle opere migliori del romanticismo. Anche il mondo del cinema utilizzò la composizione come colonna sonora; come Luis Bunel nel film “L’age d’or” del 1930. Il brusio del mare è reso dalle viole, dai violoncelli, dai fagotti e dai timpani che trasmettono il rumore delle onde e della tempesta.

Nella poesia di Montale sono le parole a creare l’immagine di questo luogo misterioso, nella musica i suoni degli strumenti creano un’estetica e una melodia naturale.


Montale con il Presidente della Repubblica Saragat nel 1967 (archivio del Quirinale Wikimedia commons)

Dove si possono incontrare due artisti così lontani tra loro? Vissuti in epoche completamente diverse se non attraverso le contaminazioni del sapere. Un cammino di idee che va coltivato con pazienza e consapevolezza. Montale e Mendelssohn che hanno in comune? E’ la mente umana che indaga e genera contatti andando al di là dell’esperienza quotidiana, spesso vuota di stimoli e di provocazioni. Ascoltare musica e leggere poesia genera legami improvvisi e le nubi color magenta di Montale prolungano il mistero della grotta di Fingal.

Riproduzione riservata