Il conclave del pensiero ateo

La Cappella Sistina popolata di cardinali per il conclave (Facebook Hot off the press Belize)
Gli uomini, lo spirito, il significato
Di recente iosonospartaco ha pubblicato l'opinione del giornalista Duccio Rugani sul conclave che ha portato all'elezione di Leone XIV. Dopo l'articolo Papisti, anticristi e vaticanisti pubblichiamo oggi il diverso parere di Senio Giglioli, laico che come tale ha assistito all'evento con un occhio diverso.
Il direttore di questo giornale, che aveva già dato spazio fra l’altro a un mio articolo di genere scicomm (essendo io principalmente un medico), sentite alcune mie osservazioni sul recente conclave, mi ha chiesto di organizzarle e raccontarle. Perché aver chiesto proprio la mia opinione fra le altre 8.100.000.000 possibili, oppure, più correttamente, fra le 6.800.000.000 opinioni di non cattolici? Un motivo può essere (lo sospetto) il mio ateismo, sviluppato appena raggiunta l’età della ragione su un fondamento ovviamente cattolico romano.
Cardinali e vescovi al funerale di Giovanni Paolo II (cr. Wolfgang Kopp Wikimedia commons)
Uso il termine ateismo non a ragione, perché una posizione filosofica, o più modestamente una modalità di visione del mondo, non deve essere etichettata con un termine negante, se mai con uno affermante come razionalismo, scientismo, logicismo. In realtà non c’è proprio bisogno di negare niente. Tuttavia, essendo molto rispettoso delle istituzioni, soprattutto di quelle che ci siamo scelti (come “iosonospartaco”), eccomi qua.
I media
Dopo la morte di Papa Francesco i media non hanno tardato a parlare di conclave. Google testimonia che già nel giorno della morte, il 21 aprile 2778 ab urbe condita, la Repubblica, Euronews, Tgcom24 e moltissime testate italiane hanno iniziato a spiegare cos’è il conclave, come funziona, dove si tiene et cetera.
La messa inaugurale del pontificato di Francesco (cr. Fczarnowski Wikimedia commons)
Il mio pensiero va specularmente a un altro delirium (per chi non ha fatto latino, e forse ha fatto bene, significa solo uscire dal seminato) del giornalismo italiano: il TG1 dell’11 settembre 2001 verso le 20.20, esaurite le notizie, i pensieri, le domande atroci intorno alla morte semi-istantanea di 2.996 esseri umani nelle Twin Towers, decise che era arrivato il momento di dettagliare agli investitori lo sconvolgimento delle borse mondiali a seguito dell’evento. Della serie, portiamoci avanti.
Cum clavis
A me, già dalla sera del 21 aprile il sentir parlare di conclave ha fatto venire in mente per prima cosa Viterbo; subito dopo si è presentato l’atroce dubbio che già mi attanagliò la sera del 6 agosto 1978. I media (allora non si chiamavano così) iniziarono anche in quell’occasione molto presto a spiegare l’etimologia di questa curiosa parola che secondo loro si era originata nel medioevo, proprio a Viterbo nel 1270 quando gli abitanti della fiorente cittadina decisero (è quasi leggenda) di chiudere i cardinali a chiave in una stanza (cum clavis) dopo due anni di indecisione.
Palazzo dei Papi a Viterbo, sala del conclave (cr. Sailko Wikimedia commons)
Andai subito a vedere sul mio Castiglioni-Mariotti (facevo il liceo) e scoprii invece che la parola conclave, per quanto ci è giunto, è attestata per la prima volta in un testo di Cicerone e significa appunto stanza chiusa. L’etimologia è la stessa, ma si tratta di latino classico ripreso in età medievale. Per sopravvenuta dimenticanza lo stesso dubbio mi assalì altre volte prima di ora, precisamente di nuovo nel 1978, poi nel 2005, infine nel 2013, periodicamente risolto dalla consultazione dello stesso librone, tuttora più autorevole dei dizionari online.
Gli uomini
Mi viene il sospetto però che il direttore si aspetti che io scriva dell’evento e del suo significato e non della sua semantica. Ma questa, direi, è la cosa più semplice. Il conclave consiste in una riunione di circa 130 alti prelati, riconoscibili da una solenne veste rossa e lunga con zucchetto. Si tratta di figure di leader nel loro settore, nominati direttamente da un Papa, ed è davvero impressionante vederli sfilare: non si tratta di una nota di colore ma veramente di una macchina del tempo.
Palazzo dei Papi a Viterbo (Wikimedia commons)
La Chiesa, con qualche variazione, è uguale a se stessa da almeno quindici secoli. Meno impressionante è vedere i loro volti che sono evidentemente quelli di persone normali, spesso anziane, alcune molto sicure del loro ruolo, altre non proprio a loro agio nell’abito talare. Ciò fa riaffiorare in me la cultura popolare dei nonni, i quali pur avendo fede e rispetto assoluto per la religione, non si peritarono mai di ironizzare sui preti, quando ci voleva, come su tutte le persone appunto normali.
Lo spirito
La riunione ha l’obiettivo di eleggere il nuovo Papa. Non possiamo certo conoscere i protagonisti e tantomeno i dettagli dei dibattiti che si sono svolti nella Cappella Sistina. Ma possiamo facilmente sapere che tipo di dinamiche si sono verificate in base alla psicologia dei gruppi. In un tale consesso già dall’inizio sono presenti relazioni fra individui oppure fra gruppi di diversa provenienza geografica o culturale; ogni gruppo vede al suo interno una o più figure con ruolo preminente, cioè di leader, per anzianità, esperienza, carisma.
Anche alcune delle aggregazioni hanno posizione preminente rispetto ad altre, per la vicinanza ai centri di potere o per la rilevanza delle figure. Molte relazioni si creano poi durante il corso dei lavori, per naturale empatia o programmaticamente. I “capannelli”, prevedibilmente limitati alle figure di leader (visto il numero elevato di partecipanti), sono una modalità di interazione tipica delle pause di lavoro ed è ipotizzabile che proprio al loro interno siano nati gli orientamenti che hanno poi portato alla decisione finale.
L'apparizione di Papa Leone XIV al balcone vaticano (Wikimedia commons)
Ogni Cardinale intervistato ha sempre citato la presenza sensibile dello Spirito Santo. A volte con scarsa enfasi, quasi fosse una filastrocca imparata da bambini. E’ invece è un elemento reale: una stanza chiusa con tutti i principali rappresentanti della Chiesa di Dio in terra si impregna naturalmente dello spiritus sanctus, cioè (etimologicamente) del respiro, dell’anima, dell’ispirazione di chi è appunto sancito a rappresentare la plurimillenaria istituzione.
L’esito
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: Leone XIV. Un pontefice che non sfigura certo di fronte ai suoi migliori predecessori, che ne incarna pienamente le capacità comunicative, empatiche, incoraggianti, pietose e confortanti, che ne raccoglie e scaglia gli strali spuntati contro tutte le guerre, che ne prosegue le politiche accorte nei confronti degli episodi di pedofilia. Un Papa, per molti motivi, da molti inascoltato.
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