A scuola di persuasione

A scuola di persuasione

Gino Cervi e il leggendario comizio patriottico di Peppone nel film "Don Camillo e l'onorevole Peppone" di Carmine Gallone (Wikimedia commons)

Le scorciatoie del pensiero

 Cos’è una metafora? Una figura retorica, cioè una parola o una frase utilizzata in sostituzione di un’altra, per creare una analogia implicita, senza che debba essere spiegata da espressioni tipo: “come - come se - simile a…”

Sono molto utilizzate nel linguaggio parlato perché brevi, evocative, comprensibili ed efficaci a costruire una narrazione e ad attivare e rafforzare una “cornice” il cui termine inglese è molto utilizzato in neuropsicologia: frame. Si riferisce a uno schema mentale che organizza le nostre modalità di percezione e comprensione del mondo, influenzando il modo di interpretare le parole e le situazioni, a volte automaticamente e inconsapevolmente.

Il tramonto è spesso usato come metafora della vecchiaia (cr. DrConati Wikimedia commons)

Se parliamo di migranti in termini di gestione del problema, usiamo un frame che li inquadra come un’entità da controllare, escludendoli come individui con storie e sofferenze personali.

Esempi comuni di metafore: il tramonto della vita – un gomitolo di strade – le gambe del tavolo – la bocca del vulcano – il collo della bottiglia – sentirsi un leone – essere una roccia – il vento della protesta - essere in alto mare. Sono scorciatoie evocative e comprensibili a tutti.

Sono molte anche quelle di tipo militare: difendere i confini – o – una posizione – fare la guerra a qualcosa – colpire nel segno – attaccare qualcuno.

In politica

Anche la politica usa metafore militari in molte occasioni. Ad esempio: “La famiglia naturale sotto attacco. Oppure: Si vuole cancellare il nostro popolo, scorciatoie efficaci ad attivare un frame (cornice mentale o circuito cognitivo) di autodifesa.

Vladimir Putin, il suo discorso alla prima seduta della Duma di Stato dell'Assemblea federale della Federazione Russa (cr. Kremlin.ru Wikimedia commons)

Quando Putin, per giustificare l’invasione dell’Ucraina, narra dello scontro in atto tra le forze del Bene (Russia) e le forze del Male (l’Occidente), evoca i frame della vittima virtuosa ed eroica sotto attacco, dell’accerchiamento, stimolando una “narrazione di salvazione”.

La struttura narrativa dell’Eroe, della Vittima, del Cattivo, è efficace (per i Russi) in quanto codificata e fissata da secoli nei loro circuiti cognitivi e nella loro cultura, producendo il consenso, dopo aver tacitato le voci dissenzienti.

La propaganda, che è una tecnica legata alla promozione e alla vendita di prodotti o servizi – in inglese: marketing – quando applicata alla politica, produce la creazione del consenso. Si basa principalmente su narrazioni infarcite di metafore, in grado di modificare o rafforzare le percezioni e le scelte degli individui.

Il mercato

Credere di persuadere un elettore poco informato e poco interessato, per ottenerne il consenso, facendo appello alla logica, ai fatti, alla spiegazione di dati complessi, equivale a illudersi di vendere un’automobile descrivendone, in tutta onestà, le più minute caratteristiche tecniche: propaganda noiosa e inefficace per il comune acquirente. Al più, interessante per un tecnico del settore o un appassionato.

La via della persuasione passa solo secondariamente attraverso il pensiero logico, razionale, appiattito emotivamente, e principalmente attraverso una comunicazione veloce, automatica, semplice, che non richiede controllo volontario o attenzione sostenuta da parte di chi ascolta, che sfrutta le emozioni e le scorciatoie della nostra mente, i nostri frame.

Il cervello è ghiotto di narrazioni coinvolgenti, come quello infantile di favole e storie. Seguiamo senza fatica mentale queste scorciatoie perché ci aiutano a definire chi siamo, a costruire un’identità, alla quale ci aggrappiamo e che difendiamo “con le unghie e con i denti” (metafora efficace).

L'arrivo di migranti a Lampedusa, 2008 (cr. European Commission Wikimedia commons)

Molte politiche si avvalgono di espressioni brevi, “che tagliano la testa al toro”, di metafore di guerra, dopo aver “individuato il nemico” o averlo creato agendo sulla paura. Frequenti anche le analogie con disastri naturali (“onda migratoria”), oppure con l’immagine del “padre autorevole”, svincolato dalle ammuffite logiche utilitaristiche della politica, unico in grado di proteggere le famiglie da un mondo ingovernabile, pericoloso, e di indicare dov’è il male e chi è il nemico.

Tasse e non solo

Una metafora come “lo sgravio fiscale”, ad esempio, esprime in modo efficace una narrazione consolidata: le tasse sono un peso dal quale il cittadino deve essere sgravato, come in una sala parto.


La statua di Alberto da Giussano in occasione del raduno leghista a Pontida nel 2010 (cr. Fabio Visconti Wikimedia commons)

E guardando alla politica nazionale le destre sono più abili a insediare, nella comunicazione alle masse, parole a proprio vantaggio. Fratelli d’Italia è il nome ufficioso dell’inno nazionale, un bene pubblico che è di tutti gli italiani, così come il partito-azienda di Berlusconi si è appropriato dell’incitamento con cui le folle incoraggiavano gli atleti italiani, gli “azzurri”: Forza Italia.  La Lega mantiene l’immagine di Alberto da Giussano, personaggio iconico mai esistito, considerato il protagonista della battaglia di Legnano contro il Barbarossa.

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