Il segreto dell'amore di coppia

Abbracciati nell'acqua del mare (cr. Dainis Graveris Wikimedia commons)
Le trappole che ostacolano e illudono
Non è facile definire e descrivere un’esperienza così umana e intima, anche se universale, come l’amore di coppia. Perché e come ci innamoriamo di quella persona? Cosa ci attrae, oltre all’aspetto fisico, per cui riteniamo di avere trovato la persona con cui condividere un lungo percorso, forse tutta la vita? Il linguaggio, spesso, non è in grado di catturarne l’essenza e, proprio nel momento in cui cerchiamo di definirla, o spiegarla, sembra sfuggirci di mano.
Coppia su una panchina al parco (cr. Anthony Vo Wikimedia commons)
Wittgenstein sosteneva: “Ciò di cui non si è in grado di parlare deve essere taciuto”. Nonostante ciò, l’amore è uno degli argomenti di cui si parla, si scrive e si fraintende di più, nei libri, nelle canzoni, nei film, sui social.
Perché si scrivono e si leggono ancora storie d'amore, se tutto è stato detto? Forse è possibile dire qualcosa di nuovo sull'amore, ma solo tentando di raccontare l'indicibile, di decifrarne i segreti. Ma un segreto, per sua natura, non è facilmente comprensibile e comunicabile, perché la sua essenza risiede proprio nella impossibilità di svelare ciò che c’è dietro e che non può essere detto.
È possibile, attraverso la parola, sbrinare le immagini congelate dei cliché? Secondo Michela Marzano siamo fuorviati dall’equivoco che attribuisce all’amore il potere di “colmare quello che non abbiamo e quello che non siamo”.
Su un pontile al tramondo (cr. Cesar Callant Wikimedia commons)
Nietzsche sottolinea l'errore di una promessa e l’impossibilità di mantenere la immutabilità di un sentimento. Al più si possono promettere – insiste – azioni e comportamenti, ma non i “per sempre”, perché sfuggono al controllo della volontà, per quanto oneste possano essere le intenzioni. È una promessa, un giuramento, che contiene già in sé il germe, l'eventualità, dello spergiuro.
Rousseau argomenta che non si può pretendere di essere amati “per sempre” perché “tutto cambia”, corpo, età, umore, condizioni di vita, qualità personali. Marzano, riprendendo Nietzsche, si sofferma sul tema della fedeltà, della fiducia all’interno della relazione, e della paura del tradimento, proponendo una “reinterpretazione del concetto di amore e di fedeltà”.
Giovane coppia in un parco in Giappone (cr. Masahiro Hayata Wikimedia commons)
Ampi studi di psicoanalisi suggeriscono che il cambiamento è intrinseco in ogni essere umano, non è solo un’evoluzione delle sue qualità nel tempo. L’essere umano, secondo Marzano, “dice spesso altro rispetto a ciò che dice e fa spesso altro rispetto a ciò che dice di fare”.
Occorre prendere atto dei paradossi dell’amore, della difficoltà di perseverare in un amore immutabile e fedele al 100%, se intendiamo la fedeltà in senso letterale. Come ci si può mantenere fedeli, secondo Marzano? Promettendo sincerità e verità, ovvero autenticità. Nella sua ridefinizione il tradimento in amore è “far credere all’altra/o che nulla è cambiato quando tutto invece è diverso”, continuando a compiere le stesse azioni come se i sentimenti non fossero cambiati, tradendo in tal modo anche se stessi.
Fidanzati al mare in South Carolina (cr. Adam Jones Wikimedia commons)
La fedeltà implica che si “deve rendere partecipe l’altro del cambiamento eventualmente avvenuto e imparare a tollerare le differenze”.
È una visione dell’amore legata al concetto di riconoscimento dell’altro e delle sue peculiarità, l’esatto contrario del possesso e del controllo, purtroppo presenti nei troppi narcisisti, più o meno maligni, che popolano la nostra società.
Un'ulteriore definizione di amore la suggerisce Lacan: “Amore è dare ciò che non si sa a chi non sa che farne”. Significa che tendiamo a dare ciò di cui noi abbiamo bisogno o che vorremmo ricevere, mentre l’altro spesso ha bisogni diversi. Chi ama subisce la frustrazione di non poter dare quello che sa e di non poter ricevere quello che vorrebbe. È un’asimmetria ineludibile che può essere accettata, o rifiutata.
Esistono trappole che ostacolano l’amore e la fedeltà e ci illudono: far credere all’altro di dargli ciò di cui ha bisogno; rimproverare all’altro di non essere esattamente come vorremmo che fosse; desiderare che l’altro cicatrizzi le nostre ferite, come un adulto cura un bambino ammalato. Perdere l’altro non significa perdere tutto, perché solo noi possiamo provare a ricomporre i cocci eventuali delle nostre esistenze. Compito notoriamente non facile.Mano nella mano a Kauai, isole Hawaii (cr. Christopher Michel Wikimedia commons)
Nell’incontro tra due persone esiste una condivisione possibile che diventa legame: quella del segreto che ci si porta dentro, le tracce delle nostre rotture esistenziali.
Il “per sempre” in amore, la stabile “prospettiva del due”, sono legati al “per sempre” di quella condivisione che, se c’è, resta davvero per sempre, anche quando le storie finiscono e le persone si separano. È il riconoscimento dell’altro come “altro” e al tempo stesso come “simile a me”.
L’amore accetta l’irragionevolezza delle passioni, le risposte che alimentano nuove domande, e il limite, per alcuni insopportabile, rappresentato dal fatto che l’altro non può appartenerci.
I piedi di una coppia sul prato (cr. Scott Webb Wikimedia commons)
Parafrasando il titolo di una bella canzone degli Stadio, del 2003, ci troviamo invischiati in un “equilibrio instabile” tra autonomia individuale (fedeltà a se stessi) e accettazione di una parziale e non definitiva dipendenza dall'altro (fedeltà all'altro). E viceversa.
Marzano conclude: “L’amore è tutto, non perché si debba sacrificare tutto ad esso, ma perché tutto si fa per amore”.
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