Tondelli, le parole e le figure

Pier Vittorio Tondelli, La casa del nonno di Kerouac (da "Dolce vita" 1987)
In mostra le foto scattate per illustrare i propri scritti
Fino al 18 ottobre è visibile a Palazzo dei Principi a Correggio (Reggio Emilia) la mostra "Pier Vittorio Tondelli reporter. Scatti inediti dai reportage letterari", dedicata alla produzione fotografica dello scrittore a settant'anni dalla nascita.
Parole che possono diventare figure, figure che si trasformano in parole: che esista una relazione profonda tra scrittura e immagini lo sostenevano già i poeti dell’antichità classica. Questa prossimità venne riaffermata alcuni decenni fa in una mostra curata da Claudio Parmiggiani a Reggio Emilia, Alfabeto in sogno. Dal carme figurato alla poesia concreta (2002): dunque un artista che si sporge sul mondo delle parole. Ma nel Novecento diversi scrittori hanno fatto lo stesso, nella direzione opposta: cimentarsi con l’immagine, confrontarsi direttamente con la dimensione visiva.
Pier Vittorio Tondelli, lo scrittore morto nel 1991 (cr. Tino Pantaleoni Wikimedia commons)
Uno di essi è Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), a cui Correggio – la sua città – dedica ora una mostra per celebrare quello che sarebbe stato il suo settantesimo compleanno. Vengono esposte fotografie scattate proprio da lui, in diverse occasioni. Non si tratta di foto, diciamo così, personali: gli scatti vennero realizzati appositamente come commento visivo ad alcuni suoi pezzi. Il primo è Anche lei è un Kerouac, il breve racconto del viaggio in Canada, quando Tondelli partecipò a una serie di incontri sull’autore americano, pubblicato sulla rivista "Dolce vita" nel 1987.
Canada
Ecco il pullman della ditta Gilbert che portava i partecipanti nei luoghi di Kerouac: si è fermato davanti alla casa dei suoi nonni. La didascalia approntata da Tondelli è a metà tra il reportage e la riflessione di tono saggistico sul paesaggio dell’America settentrionale: “Il pullman si ferma davanti alla casa del nonno paterno di Jack Kerouac. Ricostruita più volte sulle strutture originali oggi non è altro che uno dei tanti simulacri americani”. Il confronto con il senso del passato che guida l’idea europea di paesaggio, sottinteso in queste righe, viene poi ripreso e allargato all’interno del testo.
Foto di gruppo davanti alla casa della madre di Kerouac (da "Dolce vita" 1987)
Un’altra fotografia inquadra un gruppetto dei partecipanti davanti al pullman: una vecchia signora con borsetta, un giovane in camicia bianca, due uomini in giacca e cravatta, altri due ripresi solo in parte, la spalla sinistra di un signore in giacca bianca.
Nessuno guarda verso Tondelli che pure li sta fotografando e sembra divertito da questa compagnia stranamente assortita e scoordinata. Lo conferma la didascalia, implicitamente autoironica: “Foto di gruppo di lontani parenti, vecchi amici, ammiratori stagionati durante una sosta del pellegrinaggio on the road davanti alla casa della madre dello scrittore”.
Sul margine destro c’è un dettaglio da non trascurare. Timida finché si vuole, la scritta in maiuscolo “Foto di P.V. Tondelli” è una rivendicazione autoriale che ora, all’interno della mostra di Correggio, diventa più chiara. E si comprende meglio il progetto che lo scrittore emiliano riuscì solo a impostare, quello che avrebbe voluto titolare Le case della letteratura, racconti-reportage nei luoghi abitati dagli scrittori che amava.
Francia
Uno di essi fu Viaggio a Grasse, uscito tre anni dopo. Le foto scattate da Tondelli in questa località nel sud della Francia sono in numero maggiore. L’intento era intervistare lo scrittore americano Frederick Prokosch, fargli domande su tanti argomenti, ma parlare soprattutto del romanzo Voci (in mostra c’è anche il volume Adelphi posseduto da Tondelli). Ma Prokosch è morto agli inizi di giugno: lo scrittore emiliano parte ugualmente, “nonostante tutti mi sconsigliassero”.
Pubblicato nel 1990 sulla rivista “Panta”, tutto il racconto del viaggio è contrappuntato da queste domande: perché partire ugualmente per Grasse? Quali sarebbero state le domande rivolte a Prokosch? Il desiderio era conversare con il “vecchio e bellissimo americano”, e sentire dalla sua voce altre voci, quelle dei protagonisti della letteratura (e dell’arte) del pieno Novecento, gli incontri descritti appunto in Voices (1983).
Pier Vittorio Tondelli, particolare da "Ma Trouvaille" a Grasse (da "Panta", 1990)
Tondelli parte in treno per la Costa Azzurra, e si ferma in una pensione di Juan-les-Pins. Può così assistere in diretta alla vita della riviera di notte: davanti a lui un “carnevale brasiliano”, un “enorme teatro di posa affollato, chiassoso, volgare”, il “ritmo frenetico del samba”, un “gigantesco ingorgo in cui tutti ridono, fumano, ballano, mangiano, bevono (...)”.
I giovani sono i protagonisti, a cominciare dalle “ragazzine svedesi o inglesi”; i ragazzi variano “dal tipo marinaretto” a quelli con “capelli lunghissimi, abiti svolazzanti, giacche lunghe fino a terra e trucco agli occhi”.
Un'altra foto scattata da Tondelli a "Ma Trouvaille", Grasse (da "Panta" 1990)
Ai bagliori del lungomare e delle vie circostanti si somma il frastuono delle musiche, e a questo l’ondata degli odori dalle cucine dei ristoranti: “La cucina del nord con la sua pesantezza, le creme di cipolla, l’aglio, le interiora sontuosamente esibite, i tagli di carne rossa e il cielo blu e mite, le palme del lungomare, i pini, i promontori, il chiarore notturno di Cannes, le luci degli aerei che atterrano a Nizza, il riverbero del traffico che si specchia sul mare, le ali dell’idrovolante che dondola, ancorato a dieci metri dalla riva”.
Il giorno seguente Tondelli noleggia una Fiat Uno col cambio automatico e si dirige verso l’interno, verso Grasse, verso Ma trouvaille, la villa in cui si era ritirato da diversi anni lo scrittore americano. Ma qui non c’è neppure la possibilità di entrare in casa, e non resta che guardare il giardino disposto su terrazzamenti (che gli ricordano il giardino di Boboli a Firenze): “Un campo da tennis alla mia sinistra, cipressi altissimi, oleandri fioriti viola, bianchi, porpora. Un campo di ulivi che protegge una piscina. Siepi di gelsomino”.
"Ma Trouvaille", Grasse, foto di Pier Vittorio Tondelli (da "Panta" 1990)
Sono dieci le fotografie in bianco e nero che Tondelli pubblica su “Panta” del 1990. Altre ancora, scartate dallo scrittore-reporter, sono ora visibili in mostra a Correggio. L’intervista a Prokosch non è avvenuta, ma l’incontro con i suoi luoghi, Grasse e Ma Trouvaille, c’è stato ugualmente: il viaggio, infatti, “è qualcosa di intrinseco alle ragioni del fare letterario, un coltivare spiazzamenti interiori che provocano e innescano la scrittura”.
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