Ada Negri: poetessa, femminista, dimenticata
Ada Negri intenta a scrivere col pennino, anni 40 (cr. Guglielmo Chiolini Wikimedia commons)
Socialista, frequentò Turati ma anche Mussolini
E’ stato necessario un viaggio a Lodi e a Motta Visconti, tra l’Adda e il Ticino, per ridare vita ad Ada Negri, poeta e scrittrice, oltre che donna straordinaria, nata a Lodi nel 1870. Le sue poesie numerose nei libri di testo delle nostre madri, da tempo non appaiono. Unica donna ammessa all’Accademia d’Italia. Di Ada Negri non si parla più, perché?

Lodi, monumento ad Ada Negri (cr. Arbalete Wikimedia commons)
La sua vita presenta alcuni inciampi, probabili cause di questa scomparsa nell’ambito della cultura italiana. Le origini sono umili: orfana di padre, vive con la madre in una minuscola portineria di Casa Barni a Lodi. Aperta su un rigoglioso giardino in cui Ada gioca con le figlie della famiglia Barni. La bellezza quindi l’ha sempre assaporata, come racconta in Stella mattutina, scritto autobiografico.
La madre con grandi sacrifici riesce a farla studiare e nel 1887 Ada si diploma maestra elementare. Fin da ragazza compone poesie al punto da affermare che la poesia la consuma.

Ada Negri (a destra) con la scrittrice Amelia Pincherle Rosselli (Wikimedia commons)
“Io non ho nome - scrive - io sono la rozza figlia / dell’umile stamberga, / plebe triste e dannata è la sua famiglia, / ma un’indomita fiamma in me s’alberga”. La consuma anche una dimensione sociale verso gli umili, le donne povere, anziane e senza casa, fino ad aprirne una per ospitare chi aveva bisogno di un luogo protetto. Nel 1892 scrive “Fatalità”, poesie di appassionate denunce nei confronti di chi non ha voce, come i centonove bambini ai quali fa scuola a Motta Visconti, sporchi, con i pidocchi, affamati, ma che lei ha amato in quei due anni di scuola, i più belli della sua vita, scrive.
“Il birichino di strada. / Quando lo vedo per la via fangosa / passar sudicio e bello, / colla giacchetta tutta in brandello, / le scarpe rotte e l’aria capricciosa / dico “che farai”, / tu che stracciato ed ignorante vai / senza appoggio né guida sulla terra. Che sarai fra vent’anni?”.
Ada Negri è una figura di passione e dolcezza dallo sguardo acuto e dalla protesta rabbiosa contro le ingiustizie e le differenze sociali. Per la sua fama di docente viene chiamata al liceo “Gaetana Agnesi” a Milano. Entra nel Partito socialista e conosce Filippo Turati, Anna Kuliscioff, che chiama la mia sorella ideale, e Benito Mussolini.
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Turati e Treves alla Quartarella per il riconoscimento del corpo di Matteotti (cr. Mario Nunes Vais Wikimedia commons)
Anna Kuliscioff, rivoluzionaria russa in esilio, è il medico dei poveri, anche lei come Ada Negri si batte per l’emancipazione femminile, per il diritto dei lavoratori. Forte oppositrice del fascismo.
Nello stesso periodo Ada si avvicina a Margherita Sarfatti che scrive sull’Avanti, ebrea, critica d’arte, scrittrice e giornalista, promotrice dell’arte del 900, creatrice della rivista “La difesa delle lavoratrici”. Per vent’anni Margherita diventa ispiratrice di Benito Mussolini di cui pubblica la biografia dal titolo “Dux”.

Anna Kuliscioff (cr. Mario Nunes Vais Wikimedia commons)
Ada Negri con Fatalità, Tempesta, Maternità scrive poesie di estrema dolcezza, rivolte a una natura che ama profondamente. Come Nevicata: “Sui campi e sulle strade/ silenziosa e lieve/ volteggiando, la neve /cade. / Danza la falda bianca / ne l’ampio ciel scherzosa, / poi sul terren si posa / stanca”.
O Pioggia d’autunno: “Stanotte udii, fra veglia e sonno un canto / lieve, sommesso, e pur vasto siccome / il nostro mondo; e mi parea nel sogno / di navigare in barca senza remi / su grigio mare, dentro veli di pioggia”.
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Plinio Nomellini "Ritratto di Grazia Deledda", 1914 (Wikimedia commons)
Entrò tra le personalità che avrebbero potuto aspirare al Nobel, ma nel 1926 questo venne attribuito a Grazia Deledda.
Ada Negri non si dedicò alla politica dalla quale però venne utilizzata come modello culturale. Benito Mussolini, non era certo un intellettuale, nel 1931 le attribuì il premio alla carriera, nel 1940 l’ammise alla Accademia d’Italia e scrisse una prefazione a un suo testo.

Margherita Sarfatti e Benito Mussolini (cr. Nunes Vais per Sarfatti Wikimedia commons)
Una donna come Ada, prima femminista nel sostenere i diritti delle donne, non poteva condividere il pensiero di Mussolini che delle donne aveva una pessima concezione. Probabilmente però la vicinanza con la Sarfatti e Benito Mussolini costituì per lei un’ombra che influì negativamente nel riconoscimento del suo lavoro di poeta e scrittrice, negli anni che seguirono la caduta del fascismo.
Dovremmo rileggerla con uno sguardo privo di pregiudizi e collocarla tra le significative figure del ‘900. E’ sepolta nella chiesa di San Francesco a Lodi, decorata con notevoli affreschi di scuola giottesca.
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