L'antidepressivo: telefono senza rete

Immagine da una campagna australiana contro la solitudine digitale (cr Chris Brown Wikimedia commons)
La sorpresa da una ricerca medica americana
I ricercatori di cinque università statunitensi hanno concluso uno studio, pubblicato su PNAS Nexus, qualificata rivista internazionale, che ha evidenziato come la riduzione dell’uso del telefonino in rete porti a effetti positivi, quali: 1) un miglioramento dell’attenzione sostenuta*; 2) un aumento del senso di controllo personale; 3) una maggiore connessione con le persone nel mondo reale; 4) un incremento della qualità del sonno.
I partecipanti allo studio, durato due settimane, sono stati suddivisi in due gruppi, uno dei quali (467) non poteva accedere a internet mobile per la presenza di una app blocca-web, a differenza del secondo gruppo (465).
Fuochi pirotecnici, pochi li guardano e tutti li filmano (Wikimedia commons)
Tra quelli del primo gruppo, solo il 34% è riuscito ad astenersi dall’uso del telefonino in rete per almeno 10 giorni, e solo il 25% per le due settimane previste dall’esperimento. Tutti, comunque, lo hanno trovato “difficile”, segno che il desiderio/necessità/dipendenza dal cellulare, oltre l’uso come telefono tradizionale, offline, è radicato nelle nostre vite.
Coloro che sono riusciti a ridurre decisamente il tempo trascorso davanti allo schermo, hanno riportato, ai test successivi, livelli più elevati di soddisfazione della vita, riduzione dei sintomi depressivi e miglioramenti nella concentrazione.
Questi benefici sono stati attribuiti al recupero di una maggior socializzazione in presenza, all’aumento dell’attività fisica, al tempo trascorso nella natura e alla lettura.
I ricercatori hanno concluso a favore di un miglioramento globale della salute mentale.
Ma si sono spinti oltre, scoprendo che il miglioramento è stato più marcato rispetto all’efficacia media degli antidepressivi più in uso.
La ricerca ha evidenziato effetti positivi anche sulla depressione (cr. nismiba tinashe madando Wikimedia commons)
Alcuni hanno ipotizzato che il recupero di una maggiore attenzione sostenuta potrebbe tradursi persino in una inversione della progressione del declino cognitivo età-correlato, cioè in un rallentamento degli effetti negativi che il passare degli anni può produrre nel cervello. Anche coloro che hanno aderito solo parzialmente all’esperimento hanno riportato dei vantaggi, seppure più modesti.
Gli autori dello studio, pertanto, suggeriscono di adottare, nella vita quotidiana, strategie parziali di disconnessione dal web, come la limitazione dell’uso dei social o l’impostazione di periodi di utilizzo offline, senza sacrificare i vantaggi della connettività digitale. Questa conclusione fornisce qualche spunto di riflessione.
Il digitale ci abitua a tempi sempre più brevi e questa compressione del tempo contrasta, nei più giovani, con una buona costruzione della propria identità.
La tecnologia avanza, aggiungendo sempre nuove funzionalità, ma a scapito del tempo a disposizione. I nativi digitali sono attivissimi, sempre meno abituati ad aspettare. La noia e la riflessione sono banditi. Anche gli adulti rischiano di perdere lucidità se passano troppo tempo sullo schermo in rete.
In aereo, in treno, in autobus, al buio, sono sempre meno coloro che tengono accesa la luce della cappelliera per leggere, e sempre più coloro che scorrono il cellulare.
Forse dovremmo riscoprire la carta stampata, la lentezza del libro, che ci consentono di diventare attivi rispetto alla passività o alla identificazione facile, non meditata, imposta da programmi di evasione o storie commerciali.
Chi guarda uno schermo, entra in un mondo prevalente di prodotti di intrattenimento, non di testi. Non occorre usare l’immaginazione o la creatività come invece accade con un libro, dove il personaggio va immaginato e costruito mentalmente e l’identificazione è più meditata.
Ritratto del filosofo George Berkeley (ritratto di John Smibert Wikimedia commons)
Si legge troppo poco, ci muoviamo in contenitori di immagini preconfezionate che non sono cultura o narrazione ma solo intrattenimento, come in una grande cabina poco illuminata.
Questo ci espone a dei rischi e danni impalpabili ma evidenti: “Tutti hanno opinioni, ma pochi realmente pensano.” (George Berkeley)
*Attenzione sostenuta: capacità di rispondere alle richieste e agli stimoli che un compito o un’azione richiedono per tutto il tempo necessario alla completa esecuzione. Consente di portare a termine compiti come leggere un libro e comprendere un testo scritto, mantenere la concentrazione durante una lezione, praticare uno sport, in particolare di squadra, seguire istruzioni.
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